Ecco perché il superbonus arranca dopo i tanti stop alla cessione del credito. L'Ance: sbloccare tutto al più presto
Gli incentivi statali per la riqualificazione energetica degli edifici si scontrano con i problemi degli istituti di credito e delle imprese. Per molte persone significa veder sfumare progetti già pronti e in qualche caso si fermano all'ultimo momento anche cantieri già in fasi di avvio
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TRENTO. Il sistema superbonus si sta inceppando e anche in Trentino si stanno moltiplicando i casi di chi rinuncia a lavori programmati.
I motivi sono diversi e chiamano in causa diversi attori.
Quasi tutte le banche hanno deciso di sospendere o contenere lo strumento della cessione del credito, compresi i "giganti" nazionali e quasi tutte le casse rurali.
Si creano così casi limite che riguardano le segnalazioni di cantieri già pronti a partire e bloccati dopo aver montato le impalcature.
Ma c'è anche chi i lavori li ha sospesi in corso d'opera o chi rivende l'immobile sul quale aveva pensato di investire.
Buona parte del meccanismo del Superbonus finora si è però retto sulla cessione del credito alle banche.
Un canale che in diversi istituti di credito si è bloccato nelle ultime settimane, almeno per quello che riguarda le prenotazioni di operazioni sul 2022.
«Ci sono tanti istituti - afferma Arturo Mazzacca, referente degli amministratori di condominio che fanno riferimento a Confesercenti - che hanno deciso di chiudere i budget per il Superbonus, ma pure l'accesso ai prefinanziamenti. Anche le Poste hanno cambiato radicalmente la propria impostazione. E non si tratta solo di una questione di disponibilità. La questione riguarda infatti la gestione delle pratiche che risulta decisamente laboriosa e ci sono banche che hanno dovuto dedicare del personale. Ma oltre a un certo punto non si può andare perché non si può assumere per incarichi che finiranno a breve».
«È però necessario che il meccanismo della cessione del credito possa ripartire - precisa Andrea Basso, presidente di Ance Trento, l'associazione dei costruttori di Confindustria - perché nella maggior parte dei casi chi non ha dietro la banca preferisce fermare i lavori, ovviamente».
«Come la stragrande maggioranza delle banche - conferma Paolo Pojer, direttore generale della Cassa rurale di Trento, il maggiore istituto cooperativo della provincia - abbiamo sospeso le prenotazioni per le cessioni relative al 2022. Questo in attesa di valutare, entro fine maggio, l'impatto delle prenotazioni sul 2021. Si tratta di prenotazioni che hanno un valore complessivo di 152 milioni, sulle quali abbiamo garantito il nostro impegno». Le banche, in sostanza, hanno esaurito la capienza fiscale, cioé la disponibilità per operare la cessione del credito. Se non riusciranno a ricollocare almeno in parte le operazioni fatte, avranno problemi a soddisfare nuove richieste.
Nonostante questa situazione, c'è anche chi si è spinto più avanti.
«È il caso - spiega Mazzacca - di chi ha trovato la disponibilità di una ditta in grado di svolgere i lavori e ha presentato la richiesta di finanziamento e cessione del credito. I tecnici si sono messi al lavoro per realizzare l'intervento, ma poi non si arriva all'avvio dei lavori, magari proprio a causa dei rincari dei materiali che nel frattempo si sono verificati. A quel punto, i costi relativi al lavoro dei tecnici e dei progettisti, che non possono più essere assorbiti dal Superbonus, ricadono sui committenti e sui condomini».
«Ho avuto notizia - aggiunge Basso - che c'è anche stato chi è stato costretto a rivendere l'immobile sul quale aveva pensato di investire per la propria abitazione». Sempre secondo Basso, comunque, i problemi cominciano con la difficoltà nel reperire i materiali e con l'aumento dei prezzi. Talvolta le due cose sono anche legate. «Faccio un esempio banale - dice - Se si deve prendere del materiale isolante di un determinato spessore e non lo si trova, c'è chi ne cerca di spessore maggiore. Una cosa che non serve e che costa di più».
Quello che è certo è che in quasi tutti i cantieri avviati i preventivi sono lievitati, costringendo i committenti, siano questi condomini o singoli privati, a doversi confrontare con le imprese, a loro volta in difficoltà.
«Innanzitutto - spiega Mazzacca - le ditte ancora disponibili per svolgere i lavori sono poche, specie tra quelle più quotate. Ma anche tra le aziende disponibili c'è difficoltà nel fare preventivi perché gli imprenditori non riescono da definire i costi a fronte di aumenti costanti e imprevedibili». Tra l'altro, sottolinea ancora Mazzacca, ci sono problemi di gestione aggiuntivi: «I lavori per il Superbonus sono assimilati a lavori ordinari, per i quali nei condomini servono 400 millesimi dei proprietari. Però quando in si va in banca, viene richiesta un'adesione più elevata».
Facile immaginare che chi non era d'accordo non aiuterà la stipula di un'intesa.