Tempi difficili per il Trentino, Cgil in ansia: “Presto in recessione, potere d’acquisto in drammatico calo”
Il segretario Andrea Grosselli lancia l’allarme: “Bisogna rafforzare le retribuzioni, rilanciando la contrattazione. Nel 2021 le imprese hanno accresciuto fatturati e utili mentre il costo del lavoro è rimasto contenuto. È ora di redistribuire anche sulle lavoratrici e sui lavoratori”
ENERGIA Via libera ai sostegni
TRENTO. "Dopo aver recuperato in poco più di 18 mesi i livelli di ricchezza pre-pandemia torneremo a breve in recessione. La crescita per il 2023 è pressoché nulla e si materializza così lo spettro della stagflazione". Così il segretario della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli. Il sindacato ha presentato i dati dell'industria trentina nel 2021: i numeri sono sostanzialmente positivi (sono 97 sulle 107 censite le società con margine operativo positivo, mentre per 10 è negativo).
Le aziende in utile nel 2021 - il riferimento è sempre al campione utilizzato dal sindacato - sono 93, quelle in perdita 14. L'edilizia, i settori legati alla transizione ecologica come quelli legati all'efficienza energetica e alle rinnovabili, trainati dagli investimenti del Pnrr e delle famiglie, non subiranno una contrazione significativa, secondo i dati presentati oggi dalla Cgil. Ma preoccupano i prossimi mesi.
Secondo il sindacato bisogna ora rafforzare le retribuzioni, rilanciando la contrattazione: "Nel 2021 le imprese hanno accresciuto fatturati e utili mentre il costo del lavoro è rimasto contenuto. È ora di redistribuire anche sulle lavoratrici e sui lavoratori il cui potere d'acquisto è in drammatico calo".