In regione è boom dell'export ma crollano le mele trentine (-28%). Sui prossimi mesi peseranno alcune incognite
Il report di Intesa Sanpaolo: determinanti per la ripresa i ruoli di Stati Uniti (+22,1% nel primo semestre) e Paesi europei, a cominciare da Germania (+5%) e Austria (+22,4%). Balzo del settore porfido che sfiora un +30% grazie in particolare al mercato germanico, alla Francia e alla Svizzera. Le performance del futuro legate dall'andamento dei costi di energia e materie prime
TRENTO. Chi legge l'ultimo report di Intesa Sanpaolo sull'export del Trentino-Alto Adige, alza i calici: cin cin. Perché è andata di lusso. C'è stata un'ulteriore impennata di vendite all'estero.
In realtà, i timori non mancano. Sul presente e, soprattutto, sul futuro, come annota Barbara Fedrizzi, presidente di Trentino Export, che associa 125 aziende, per la stragrande maggioranza del comparto industria, anche se vi aderiscono dinamiche imprese artigiane della provincia. Timori per gli effetti che il caro energia e l'aumento dei costi delle materie prime, e la loro reperibilità, hanno sulla tenuta dei conti delle imprese.
L'andamento in regione. Nel secondo semestre 2022 - riporta l'analisi di Intesa Sanpaolo - i distretti del Trentino-Alto Adige hanno toccato un nuovo record con 1,4 miliardi di euro di esportazioni: una crescita del 7% che si mantiene costante da quattro trimestri consecutivi. Gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo fondamentale (+22,1% nel primo semestre), seguiti dai Paesi europei partner principali delle imprese distrettuali della regione: Germania (+5%) e Austria (+22,4%).
I cali più rilevanti si sono invece registrati in Svezia, in Messico e in Russia a causa del comparto automotive e meccatronico altoatesino».
Il "crollo" delle mele trentine. Più in dettaglio, il gruppo bancario segnala che «dei dieci distretti monitorati, tre hanno chiuso il primo semestre in calo sull'anno precedente: la meccatronica dell'Alto Adige (-6,2%, in valori assoluti -46,2 milioni di euro), penalizzata dalle difficoltà del settore automotive; le mele del Trentino (-28,6%) hanno registrato cali diffusi su tutti i mercati, la contrazione più rilevante c'è stata però in Spagna, in Egitto e in Germania. Il terzo distretto con il segno meno è quello dei vini e distillati del Trentino: un leggero calo (-2,3%) dovuto in particolare alla flessione delle vendite negli Stati Uniti (-14%), un mercato che però è ancora in sviluppo, con livelli di domanda superiori a quelli del 2019 pre Covid (+11,9%).
Intesa Sanpaolo osserva che, parimenti a quanto accaduto per i vini veneti, torna a crescere la domanda per i vini trentini da parte del Regno Unito (+14%) dopo l'arresto del 2021. Crescono anche le vendite in Belgio (+35%) dove si sono riscontrate anche nei trimestri precedenti aperture di grandi centri logistici di catene retail del Regno Unito per semplificare le procedure doganali e fiscali dopo la Brexit.
Boom della meccatronica. Le migliori performance di crescita nei mercati esteri sono state ottenute dal comparto della meccatronica trentina (+21,6%, pari a un incremento di 136,3 milioni di euro) nelle macchine per la forgiatura dei prodotti di metallo e nella componentistica per l'automotive. Vendite trainate dagli Usa (+53%) e dalla Germania (+31%), sempre per le componenti auto. Il secondo distretto per crescita all'estero è stato quello delle marmellate e dei succhi di frutta della regione (+30,1%, pari +45,3 milioni): un'accelerazione delle vendite soprattutto negli Stati Uniti tra aprile e giugno (+185%) e una crescita diffusa nei principali mercati di sbocco europeo, in testa Francia, Regno Unito e Paesi Bassi.
In terza posizione si collocano legno e arredamento dell'Alto Adige (+20,6%, +41,0 milioni), in particolare in Germania, Svizzera e Austria. Nell'agroalimentare, è più contenuta la crescita dell'export di mele dell'Alto Adige (+3,7%, +11,5 milioni), venduta in India, Arabia Saudita e Libia. I salumi altoatesini hanno un segno "+" (+6,4%, pari a 2,3 milioni) soprattutto grazie alle vendite in Austria. Crescita rilevante anche per il piccolo distretto del porfido della val di Cembra (+28,9%, pari a 5,9 milioni), grazie al boom di vendite in Francia, Germania e Svizzera.