La Provincia proporrà al governo di introdurre in tutta Italia le vacanze scolastiche per la settimana bianca
L'assessore Roberto Failoni: «Lo chiederò direttamente all'esecutivo. Se nel periodo che va da metà gennaio a marzo riuscissimo a far chiudere le scuole in ogni regione, daremmo la possibilità alle famiglie di frequentare le piste da sci senza imbarazzo per nessuno»
TRENTO. «Chiuso per settimana bianca». Chissà che anche in Italia, come del resto accade in diversi Paesi europei, prima o poi non si veda un cartello così sui cancelli e sui portoni delle nostre scuole.
Di sicuro c'è l'idea di trovare nuovi modi per incentivare il turismo invernale e l'altroieri l'assessore provinciale Roberto Failoni l'ha detto chiaramente al Muse durante il primo evento della Bitm, la Borsa del turismo montano, arrivata alla 23esima edizione organizzata da Confesercenti e guidata dal direttore scientifico Alessandro Franceschini.
«In Italia - ha detto l'assessore - non si è ancora capita la valenza (evidentemente economica, ndr) del turismo invernale. Al contrario della Polonia, che non a caso è uno dei nostri mercati più importanti. Lì le varie regioni fanno periodi di vacanze a rotazione tra metà gennaio e metà marzo per permettere alle famiglie di andare a sciare».
La stessa cosa Failoni vuole proporla anche per l'Italia. Come? «Lo chiederò direttamente al governo» ha precisato l'assessore provinciale che ha un filo diretto con il ministro delle infrastrutture e leader del suo partito, Matteo Salvini, ospitato spesso nel suo albergo di Pinzolo.
«Se nel periodo che va da metà gennaio a marzo riuscissimo a far chiudere le scuole in ogni regione d'Italia per una settimana diversa daremmo la possibilità alle famiglie di frequentare le piste da sci senza imbarazzo per nessuno».
Un'idea che suona piuttosto nuova per l'Italia, ma che in realtà è abbastanza comune in giro per l'Europa.
Oltre alla "settimana Sharm" in Alto Adige che ha la finalità di concedere durante l'autunno una vacanza "al caldo" alle famiglie dei albergatori sudtirolesi che hanno lavorato tutta l'estate senza riuscire a portare i figli al mare, in Inghilterra è prevista la pausa «half term» a febbraio per la settimana bianca, e così pure la «Faschingsferien» a carnevale in diversi Länder tedeschi, o periodi di stop in Belgio.
La proposta - ha spiegato l'assessore - si inserisce all'interno di un dibattito che non è solo trentino, ovvero quello sulla necessità di cancellare i picchi turistici in determinati momenti dell'anno (Natale e Capodanno in inverno, da metà luglio a metà agosto in estate) che oltre a congestionare strutture e mobilità nelle località prese d'assalto dai visitatori, tolgono in parte il "bello della vacanza".Quello della "destagionalizzazione" o "diversificazione" dell'offerta è stato infatti uno dei temi al centro della prima giornata di confronto al Muse.
Lo ha ribadito lo stesso Failoni che riferendosi alla stagione estiva appena conclusa ha parlato di «numeri da record nelle presenze turistiche in Trentino, con dati che supereranno quelli del 2019». I risultati saranno presentati ufficialmente domani, ma non si dovrebbero discostare di tanto dai 10 milioni di presenze sul territorio.
«Ma - ha spiegato l'assessore - con un 20 per cento in più di valore economico». In parte generato dall'aumento dei prezzi, ma in parte determinato anche dal fatto «che si è riusciti a far pagare la qualità».«In ogni caso - ha proseguito Failoni - un risultato che se arriverà sarà grazie agli ottimi dati di presenze nei mesi di maggio, giugno, settembre e ottobre. È una sfida, quella di allungare la stagione, su cui dobbiamo insistere».
Per il presidente di Confesercenti Mauro Paissan: «Allungare i periodi di apertura degli alberghi è indispensabile per stabilizzare le imprese e offrire prospettive migliori ai lavoratori».
Sul come fare a raggiungere il risultato si è soffermato l'ad di Trentino Marketing Maurizio Rossini. «Bisogna mettere in campo fattori attrattivi diversi da quelli classici: la neve, le belle montagne, i laghi. Dobbiamo immaginare un nuovo modo di spiegare il Trentino, le sue tradizioni culturali, provando mettere in campo attori diversi, dai forestali che raccontino il bosco, agli agricoltori che raccontino malghe e alpeggi».
In questo filone - ha spiegato l'assessora comunale di Trento Elisabetta Bozzarelli - con un capoluogo che attraverso il suo nuovo piano di politica turistica «deve porsi come hub e gate per i visitatori verso il resto del territorio».Un'altra opportunità da cogliere è quella dell'eccellenza, che sta incontrando una grande condivisione tra gli operatori. Ma di particolare attualità oggi è il tema del far pagare il giusto la qualità: ad investimenti importanti dunque deve corrispondere una adeguata redditività. Da sottolineare poi che il modello trentino, che sta raccogliendo risultati importanti, sta attirando l'attenzione di altre regioni.