Appalti, la protesta dei sindacati: «Non vogliamo lavoratori di serie B»
Il presidio fuori dal palazzo della Provincia in piazza Dante contro le modifiche alla legge provinciale (foto Paolo Pedrotti)
TRENTO. Presidio dei sindacati fuori dal palazzo della Provincia in piazza Dante contro le modifiche alla legge provinciale sugli appalti.
"Siamo qui perché da mesi chiediamo alla Provincia che intervenga alla luce del codice degli appalti. Da luglio è in vigore a livello nazionale migliori garanzie e tutela dei contratti. Qui c'è una norma della Provincia che tende a semplificare, che indica il contratto di riferimento. I contratti scelti, però, non sono migliori, e le voci scelte per garantire tutele retributive sono scarse e pericolose perché innestano un peggioramento per i lavoratori. Per la prima volta la legge peggiora il codice nazionale su tutela dei più deboli per retribuzioni e diritti". Così Maurizio Zabbeni (Fiom-Cgil).
Per Stefano Picchetti (Uil), il "problema è anche politico perché per mesi abbiamo chiesto un incontro alla politica, per armonizzazione la normativa nazionale (che parla di equivalenza) e provinciale. Non possiamo fare passi indietro: non possiamo pensare di tornare indietro su contratti come mense scuole, sanità. Così si creano lavoratori di serie a e b".
Per Michele Bezzi (Cisl), la "legislazione a tutela lavoratori deve essere adeguata. Non si dà importanza alla stazione appaltante. In Trentino è un problema perché sono tante e piccole e il personale deve assumersi responsabilità. Serve personale qualificato, c'è preoccupazione per cosa succederà domani e per chi si assume la responsabilità".