Retribuzioni / La polemica

Stipendi dei dirigenti delle società partecipate, la Cgil: “L’aumento uno smacco ai lavoratori pubblici"

Per il sindacato di via Muredei “appare anche singolare che gli aumenti per i vertici vengano giustificati con la necessità di restituire attrattività al pubblico impiego”
 

TRENTO. “La Giunta provinciale soffre di uno strano strabismo quando si tratta di valorizzare le proprie risorse umane. E così mentre si rinnova un contratto pubblico per il ‘22-’24 che di fatto ha reso più poveri i dipendenti pubblici allo stesso tempo si dà un aumento più che doppio a dirigenti e direttori di società partecipate. E’ quantomeno inopportuno, sicuramente una beffa per i 38mila dipendenti che ogni giorno portano avanti la macchina amministrativa pubblica nella nostra provincia”.

Lo dice Luigi Diaspro, segretario provinciale della Fp Cgil ricordando che con l’ultimo rinnovo contrattuale si è certificato una perdita del potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratrori della autonomie locali, scuola e sanità pari all’8%. Così il nuovo accordo contrattuale ha portato aumenti pari al 7.8% a fronte di un’inflazione che ha superato il 15% nel biennio. “Invece per le figure apicali ci si spinge ad un incremento del 20%”.

Per il sindacato di via Muredei, dunque, “appare anche singolare che gli aumenti per i vertici vengano giustificati con la necessità di restituire attrattività al pubblico impiego. Vero, assolutamente vero, peccato che si decida di partire dai vertici senza nulla fare per gli altri mentre un numero crescente di comuni è in grave affanno proprio perché non si trovano persone disposte a partecipare ai concorsi o perché molti decidono, nonostante la stabilità, di rinunciare al posto fisso pubblico. Per non parlare del comparto sanità e case di riposo che soffre una carenza di personale sempre più grave e di evidenti difficoltà ad attrarre nuove leve, come dimostrano gli stessi corsi e concorsi per infermieri per i quali vi sono più posti disponibili che candidati”.

”Quindi se veramente si vuole fare un ragionamento sull’attrattività si cominci dai livelli bassi e medi e si restituisca dignità e valore al lavoro di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che tirano la carretta ogni giorno in condizioni sempre più difficili. Per questo noi continueremo la nostra battaglia per un contratto dignitoso, per salari adeguati, per servizi di qualità”, conclude Diaspro.


 

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