Trasporto / Ferrovia

Prolungamento dei binari ferroviari dell'Interporto, il costo è quintuplicato rispetto alla prima stima

Italferr manda il progetto, ma la somma necessaria è 53 milioni di euro. Chi ce li mette? Fugatti chiede aiuto a Roma, ma il Ministero (di Salvini) non ha risposto

di Daniele Battistel

TRENTO. Quando, nel mezzo dell'estate scorsa, è arrivato il progetto di Rfi per il tanto atteso potenziamento dei binari dell'interporto, in Provincia sono stati tramortiti. Non per il gran caldo di quel periodo, quanto per la cifra finale scritta sotto le relazioni e i disegni: 53 milioni di euro. Più del doppio di quanto stimavano gli uffici tecnici della Provincia e di Interbrennero, già ipotizzando un aumento dei costi fino a 25 milioni rispetto ai 16 messi in preventivo inizialmente.

Il progetto in questione riguarda la realizzazione di tre nuovi binari della lunghezza di 750 metri elettrificati destinati prevalentemente al traffico della RoLa (da Rollende Strasse, ovvero autostrada viaggiante, dunque treni che caricano sia motrice che rimorchio) in modo da aumentare la capacità potenziale operativa fino a 35 coppie al giorno. Con l'intervento si vuole anche migliorare le modalità di entrata dei treni all'interporto, in modo da evitare le lunghe manovre che i convogli sono obbligati a fare attualmente. Questo permetterà di abbattere i tempi di carico e scarico da 3 ad un'ora per treno. Il tutto con l'obiettivo di rendere la RoLa effettivamente concorrenziale al trasporto su gomma.

La brutta sorpresa. Rispetto al preventivo iniziale del 2016 di circa 16 milioni (4,3 del Ministero dei Trasporti e 12 messi dalla Provincia), già l'anno scorso i tecnici di Piazza Dante avevano stimato un aumento fino a 25 milioni, a causa principalmente dell'adeguamento dei prezzi dei materiali. «Ora si ha notizia informale che Italferr (società di ingegneria di Rfi, ndr) abbia recentemente rimodulato i costi di realizzazione quasi quintuplicandoli» (rispetto ai 12 iniziali della Provincia).

A scriverlo in una mozione depositata da poco in aula è la consigliera provinciale della Civica Vanessa Masè, da sempre molto attenta ai temi del trasporto e della logistica. In Provincia confermano che la cifra è di 53 milioni di euro. Il motivo? «Costi industriali e di materiali aumentati».

Chiaro che di fronte a queste nuove prospettive il ragionamento di fondo cambia. Nella sua mozione Masè scrive che «la realizzazione dell'opera assume valenza strategica già prima della entrata in servizio del tunnel di base del Brennero e della linea di Alta Capacità, in quanto consentirà un notevole incremento della capacità di accettazione di coppie di treni RoLa e una sensibile diminuzione di tempi e costi di lavorazione delle singole coppie treno. Ciò anche in aderenza alle indicazioni contenute nei "Libri Bianchi" delle Camere di commercio di Bolzano e Trento».

La piattaforma intermodale di Trento nord in questo momento non è performante, anzi: i treni movimentati nel 2022 sono stati 1.725, nel 2023 1.785; nel 2008 i treni erano ben 7.582. Dunque il potenziamento dei binari diventa cruciale, anche per non sprecare gli investimenti precedenti. Ma chi ci mette i soldi?

Una strada potrebbe essere quell'aumento di capitali da parte dei soci: la Pat ha il 63,01 per cento, quella di Bolzano e la Regione il 10,56 per cento a testa, il Comune di Trento l'1,93, la Camera di commercio di Trento l'1,26, l'A22 il 3,3 e privati il 10.La mossa di Fugatti. Partendo dal concetto che lo scalo intermodale di Trento è un'opera a valenza non solo regionale ma quanto meno nazione nel contesto della linea Palermo -Berlino, la Provincia ha messo le mani avanti. Fugatti ha scritto al Ministero delle Infrastrutture e lavori pubblici (titolare: Salvini) chiedendo che, sulla base di queste motivazioni, il finanziamento dell'opera possa essere almeno in parte inserito nel miliardario Accordo di programma tra Rfi e Stato.

Roma al momento non ha risposto, ma è chiaro che anche se potesse accogliere la proposta della Provincia i tempi si dilaterebbero rispetto al cronoprogramma iniziale, ovvero lavori dal 2025 e completamento entro il 2027.

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