Il 45% dei trentini non riesce a risparmiare, ma cresce la fiducia nella ripresa economica
Sul piano personale, oltre l’80% ritiene che la situazione della propria famiglia sia rimasta invariata. De Zordo (Camera di commercio): «Buoni dati, ma resta la cautela sul futuro visto il quadro molto incerto»
TRENTO - Da un lato le elaborazioni della Fabi sui dati di Bankitalia riferiti al 2024, secondo cui i risparmi dei trentini sono in aumento (42mila euro a testa di media). Dall'altra l'indagine della Camera di commercio sul clima di fiducia dei consumatori che, sebbene a febbraio sia in crescita, dice anche che nei prossimi mesi il 45 per cento dei trentini non riuscirà ad accantonare risorse.
Due dati solo apparentemente in contrasto, spiegabili da una regola economica tanto più vera quanto più siamo in periodo di ripresa inflazionistica, ossia che in tempi di rincaro dei prezzi i risparmi aumentano solo nelle fasce di popolazione più abbiente. Viceversa, la percentuale di coloro che prevedono di riuscirci scende dal 37,7 per cento di novembre 2024 al 34,7 di febbraio. E anche sull'attuale aumenta di quasi il 5 per cento la quota di chi non risparmia o riesce appena a far quadrare i conti (40,6%) o addirittura è costretto a intaccare i propri risparmi (5,4%).
Eppure, nonostante questa situazione, il clima di fiducia dei consumatori trentini è in ripresa. A febbraio, l'indice raggiunge il valore di -4,3 punti (da -5,5 di novembre). Il dato ricalca quello registrato a gennaio a Bolzano (-4,8) e resta migliore non solo di quello nazionale (-13,6), ma anche rispetto al Nord Est (-10,9), alla Germania (-11,4) e alla media europea (-12,9).Ieri nel corso della conferenza stampa di presentazione della rilevazioni, i tecnici dell'Ufficio studi e ricerche della Camera hanno motivato questa inversione di tendenza del sentiment dei consumatori con il giudizio più ottimistico sulla futura ripresa economica del territorio di riferimento.
Possibile con i dazi di Trump alle porte? Evidentemente il Trentino e i trentini - avendo un tessuto industriale meno orientato all'export - credono di poter risentire in termini meno pesanti di eventuali guerre commerciali. E così si permettono di allargare - almeno un po' - i cordoni della borsa. Lo si vede dal 3,8 per cento in più di trentini che - nonostante rimangano stabili i giudizi e le aspettative riferite all'andamento dell'economia locale e alla situazione economica familiare - dichiarano l'intenzione di pensare all'acquisto di beni durevoli come elettrodomestici, prodotti elettronici e mobili nei prossimi dodici mesi. Al contempo, quelli che invece prevedono di ridurre la spesa per questo tipo di beni è diminuita dal 41,5 al 30,6 per cento. Aumenta per altro (dal 46,7 al 56,3%) anche la quota di chi dichiara che la propria propensione all'acquisto rimane stabile. Sul piano personale, oltre l'80 per cento ritiene che nell'ultimo anno la situazione economica della propria famiglia sia rimasta invariata.
Analizzando i giudizi sulla situazione economica provinciale nel corso dei prossimi 12 mesi, poco più della metà degli intervistati (campione di 700 persone) prospetta una situazione di stabilità, mentre scenda dal 15,6 al 10,7 per cento che vede nuvole all'orizzonte. Secondo il presidente della Camera di commercio Andrea De Zordo «il lieve miglioramento dell'indice di fiducia e la stabilità dei giudizi sulla situazione economica provinciale e familiare fanno ben sperare, soprattutto se si considera che una maggiore propensione agli acquisti può avere riflessi positivi sull'economia del territorio». «Si tratta comunque di un segnale - aggiunge - che va valutato con cautela visto il contesto di incertezza economico, politico e sociale che stiamo attraversando».