La sua fantasia accende comunque il palco

Dimentichiamoci lo sfarzo degli spettacoli che Arturo Brachetti ci ha regalato in un passato remoto. Dimentichiamo lo sfavillio delle luci, le scenografie imponenti, quell'atmosfera magnetica che il palco sa restituire. Ed incontriamo invece un artista "meno esplosivo", più intimo, quasi compassato che in punta di piedi ci riporta nel "nostro" teatro, quel Sociale che ci manca e che grazie a lui ha riaperto le porte, mostrandoci tutta la sua bellezza, ma anche la malinconica quiete di uno spazio in attesa. 

È stato bello percorrere con lui quei corridoi, entrare nel palchetto "reale", attraversare la platea, dove Clementina, una studentessa di teatro dal sorriso contagioso e la meraviglia negli occhi, ci ha rappresentato tutti, applaudendo con foga a quell'attore incredibile che ha voluto affrontare un viaggio con una valigia rossa, attraversando idealmente tanti paesi del mondo ed indicandoceli attraverso i suoi cambi di abito, gestiti in pochi secondi dietro un siparietto, In quei momenti abbiamo ritrovato la magia di Brachetti che nel suo spettacolo Che viaggio il teatro! proposto in streaming nelle festività natalizie dal Centro Santa Chiara, ha voluto dare un'iniezione di speranza e di coraggio ad un comparto che sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia. E lo ha fatto "appropriandosi" del teatro Sociale e restituendocelo con in sottofondo le note di quella "Cenerentola" di Rossini che lo inaugurò nel 1819. 

Un viaggio che si è valso anche della tecnologia e della possibilità di collegarsi con l'escapologo trentino Andrew Basso attualmente a New York per preparare il suo nuovo spettacolo, a conferma che molti artisti non si fermano e guardano in avanti, verso quel 2021 capace di restituire fiducia. Ma è nei sotterranei «intrisi di memoria» che Brachetti ha dato voce ai fantasmi, in particolare a quella di un legionario, in un monologo giocato sull'abilità di trasformare un semplice fazzoletto in strumento di racconto, per poi risalire alla ricerca di quel palcoscenico che gli ha fatto ricordare gli anni dei suoi esordi quando a Parigi iniziò la carriera come servo di scena. 

Briciole preziose di una storia artistica che sarebbe stato bello ascoltare in tutta la sua interezza immaginandone le tappe fatte di fatiche ma anche di enormi soddisfazioni. E nel suo viaggio ha voluto che altri artisti dello spettacolo ci facessero compagnia, a partire da Luca Bono che ha regalato alcuni momenti davvero "magici", per poi proseguire con l'illusionista Filiberto Selvi , in una performance di vera poesia e la simpatia del duo comico I Lucchettino. Fiducioso in un 2021 migliore, Brachetti ha poi "disegnato" con le dita tutti i segni dello zodiaco, in un saluto augurale. Con lui, il palcoscenico del Sociale, si è davvero animato, confermando quello che questo bravo artista ha indicato all'inizio del suo spettacolo «Sul palco tutto è possibile, perché grazie all'immaginazione, il teatro fa nevicare con la luna piena». Ed è successo davvero.

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