Da Elvis ad Aretha, moda dei biopic musicali al cinema
(ANSA) - ROMA, 16 AGO - L'ultimo, ancora in sala, è Elvis di Baz Luhrmann a 45 anni dalla sua morte avvenuta il 16 agosto del 1977. Ma le star della musica, grazie ai biopic, sembrano ormai aver conquistato oltre ai fan in delirio sotto al palco anche gli spettatori più compassati delle sale cinematografiche. Si sono moltiplicati, infatti, negli ultimi anni i film sulle grandi star. Da Aretha Franklin a Elton John, da Freddy Mercury a David Bowie, passando per Billie Holiday, Judy Garland e Bob Dylan. E da tempo si parla di opere che ripercorrano successi e cadute di Michael Jackson, di Madonna, dei Bee Gees. Un modo per riscoprire (o scoprire, nel caso dei più giovani) la storia di chi ha segnato in maniera significativa l'evoluzione della musica. Rivisitandola, prendendo spunti qua e là, andando a mettere in evidenza il lato umano di star che ai più sembrano (o sono sembrate) inavvicinabili. Prendi Elvis (che nella colonna sonora vanta anche i Maneskin): frammenti della sua vita a inizio carriera per riviverlo e reimmaginarlo. E anche in qualche modo smontare l'aura mitologica che l'ha sempre circondato. Uomini con i loro pregi e difetti, con le loro piccolezze e le loro manie, ma anche con un grande dono artistico. Come non pensare a Freddy Mercury e al film dedicato a lui e ai suoi Queen: Bohemian Rhapsody (del 2018) che conquistò 4 premi Oscar, incassando oltre 900 milioni di dollari nel mondo. Meno successo ebbe Rocketman (del 2019) sull'estetica glam di Elton John. Rilettura dell'artista anche per Io non sono qui su Bob Dylan del 2007 (dove a dare voce e corpo all'artista statunitense c'è anche tra i vari attori Cate Blanchett). Stardust - David prima di Bowie è stato un tuffo nei primi anni di carriera, e di porte in faccia, dell'artista inglese (e a settembre arriva in sala per tre giorni anche il documentario Moonage Daydream, nel quale scorrono immagini di concerti mai visti prima con alcuni dei brani più iconici e popolari di Bowie). Fra i titoli più recenti che non sono passati inosservati Walk the Line - Quando l'amore brucia l'anima (2005) su Johnny Cash, e Judy sugli ultimi - devastanti - mesi di vita della cantante e attrice Judy Garland (interpretata da Renée Zellweger, che per questo ruolo ha vinto l'Oscar come miglior attrice). Negli ultimi due anni, poi, c'è stato un vero e proprio boom di film biografici dedicati alle voci divine della musica black del passato, con il carico di rivalsa sociale che hanno portato. Da Respect (2021) di Liesl Tommy, su Aretha Franklin, a Gli Stati Uniti conto Billie Holiday (2021) di Lee Daniels. Andando invece più indietro nel tempo, due lavori hanno lasciato il segno: Bird (del 1988) di Clint Eastwood che ripercorre vita, carriera, dipendenze e illusione del genio sregolato della musica jazz, Charlie "Bird" Parker, e 8 Mile, reinvenzione della vita del rapper di Detroit Eminem, con la regìa di Curtis Hanson. Tra i punk rocker vale la pena ricordare Sid e Nancy (1986) sul "sex pistol" Sid Vicious e per il grunge lo struggente Last Days (2005) di Gus Van Sant sulle ultime ore di vita di Kurt Cobain. (ANSA).