'Forte come l'Irpinia, legato a placca nordafricana'
(ANSA) - ROMA, 09 SET - E' stato il movimento della placca nordafricana a generare il terremoto in Marocco, con lo meccanismo che ha portato alla formazione dell'Atlante, la grande catena montuosa che separa il deserto del Sahara dall'oceano Atlantico. "La parte settentrionale dell'Africa si muove relativamente verso Est rispetto alla parte meridionale a sud dell'Atlante", osserva il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni. "E' un movimento di tipo compressivo, che ha anche una componente orizzontale trascorrente", aggiunge. Il terremoto, avvenuto a 10 chilometri di profondità quando in Italia era da poco passata la mezzanotte, ha una magnitudo indicata da alcuni in 6,8 e da altri in 7, considerando il margine di incertezza che accompagna sempre questo tipo di misura. "E' stato un terremoto "estremamente energetico, quasi equivalente al sisma in Irpinia del 1980", ma non al livello del terremoto in Turchia del febbraio 2023, che ha provocato la distruzione di 200.000 edifici e 50.000 morti, su un'area di 50.000 chilometri quadrati. Nel caso del Marocco, osserva, "la superficie coinvolta è inferiore". A causa di questa grande energia, la scossa è stata avvertita in quasi tutto il Paese, da Nord a Sud, nelle località interne come nelle zone costiere. "Ci sono stati sicuramente effetti di amplificazione, perché anche a grande distanza un'onda sismica può generare grandi oscillazioni" e "in realtà - aggiunge - nell'area dell'epicentro le accelerazioni sono molto più alte rispetto a quelle previste nella mappa di pericolosità". E' un problema che, secondo l'esperto, è comune a molti Paesi, compresa l'Italia: "Le mappe attuali si basano su una tecnica probabilistica che ipotizza l'accelerazione che può avvenire in una zona in un certo numero di anni e non il terremoto della potenza massima che potrebbe avvenire". Una nuova mappa basata sulle stime dei terremoti più forti è in preparazione all'Ingv e un prototipo potrebbe essere pronto entro l'anno". Tuttavia, aggiunge il presidente dell'Ingv, "l'edilizia in Marocco è talmente fragile che anche con la nuova mappa non sarebbe cambiato nulla". La mappa da sola, infatti, non che l'inizio di un "percorso che in decine di anni potrebbe portare a modificare le case in modo che resistano alle accelerazioni". Lungo la catena dell'Atlante i forti terremoti non sono una novità: nel 1960, sulla stessa struttura era avvenuto quello di Agadir, con 15.000 vittime. "Il terremoto di oggi è avvenuto sullo stesso asse", osserva il sismologo Carlo Meletti, dell'Ingv, "I monti dell'Atlante sono una delle due zone del Marocco a maggiore sismicità. L'altra si trova lungo la costa mediterranea, dove nel 1624 a Fes è avvenuto un terremoto devastante". La catena montuosa è caratterizzata da un movimento di compressione Nord-Sud. Vale a dire che a Sud si trova la placca africana, la cosiddetta 'Africa stabile, "un continente che si muove quasi come un unico oggetto", la cui spinta verso Nord interagisce con la placca europea e ha generato la catena dell'Atlante, con un movimento di tipo compressivo. L'interazione con placca europea non ha, però, nulla a che vedere con il recente sciame sismico nei Campi Flegrei,osserva Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell'Ingv. Si tratta di fenomeni legati a meccanismi "estremamente locali", aggiunge, e a una caldera che "ha una sua dinamica interna". (ANSA).