La foiba Kevina Jama nelle sequenze del docu visto al Quirinale
(ANSA) - ROMA, 09 FEB - Un viaggio a ritroso che narra la liberazione di un'intera famiglia dall'incubo della foiba. Una liberazione che passa per tre generazioni di donne. E' il doloroso racconto contenuto nel documentario Kevina Jama, la foiba grande, una foiba semisconosciuta sulla montagna che domina il golfo di Kaštela, a venti chilometri da Spalato. Un estratto di quattro minuti di questo lavoro, ancora in produzione, è stato presentato oggi per la prima volta al Quirinale, alla presenza di Sergio Mattarella, in apertura della celebrazione del Giorno del Ricordo. Il docufilm, ambientato tra l'Italia e la Dalmazia, ideato da Alessandra di Michele Bragadin per la regia di Tony Saccucci, vede protagoniste due ottantenni, Lada e Sandra, che partono da Roma e intraprendono un viaggio verso Spalato. È un viaggio a ritroso rispetto al loro esodo del 1960, un viaggio alla ricerca della verità sulla morte del proprio nonno: Mate Cipčić Bragadin, gettato in una foiba il 25 settembre del 1943 alle 11 del mattino, senza un motivo e senza un processo. Mate era un giudice in pensione con due figlie. Una delle due, Maria, la madre delle protagoniste, scrive nel 1977 una lettera indirizzata alle figlie e alle nipoti, rinvenuta solo nel 2000. Racconta in modo minuzioso l'assassinio del loro nonno e bisnonno e le invita a impegnarsi a mantenere vivo il ricordo delle vittime di questa enorme ingiustizia dimenticata. Nel documentario ci sono rarissime immagini dell'interno della foiba, girate nel 1982: a Kevina Jama sono custodite migliaia di vittime, italiane e croate. È una delle rare foibe della Dalmazia, senza dubbio la più grande. Il documentario continuerà con le tre figlie delle due protagoniste che le raggiungono a Spalato per recarsi a Belgrado alla ricerca dei documenti relativi a Mate. Al rientro a Roma saranno le due nipoti di dieci e tredici anni ad accogliere nonne e madri dal viaggio della liberazione. La liberazione di un'intera famiglia. (ANSA).