(Anch')Io resto a casa
È un’atmosfera davvero surreale quella che stiamo vivendo in questi giorni. Anche la nostra piccola comunità, seppur “sparsa”, subisce l’influsso delle recenti disposizioni in materia di sicurezza sanitaria.
In questi giorni drammatici in cui le notizie rimbalzano ogni minuto e sembra di vivere un bollettino di guerra, il mio primo pensiero va a tutti quegli angeli che stanno negli ospedali, nelle case di risposo e in tutti quei luoghi dove si necessita di cure. A tutti coloro che, seppure sfiniti, non pensano che a far bene la loro missione e a curarci e a salvare le nostre vite. A loro va innanzitutto il nostro grazie e la nostra grande riconoscenza… Ma è in questi momenti, in cui noi persone “normali” ci ritroviamo con più tempo per riflettere, che ci si può fermare un attimo e pensare.
Guardo dalla finestra di casa e vedo una distesa di neve.
Nemmeno un’auto, neanche una persona. Mi tocca scavare nella memoria per rammentare un giorno seppur lontanamente simile. Eppure non ci manca niente. Siamo in casa nostra, con la famiglia, se necessario possiamo andare dove vogliamo, abbiamo da mangiare e possiamo andare a lavorare, abbiamo internet, la tv e tutto ciò che ci può servire.
Ci chiedono solo di essere responsabili. Per noi stessi e per la nostra comunità. Di rispettare regole che magari non tutti comprendiamo, perché spesso siamo incapaci si considerare un focus più ampio del singolo, e di farlo non solo per noi stessi ma per la salute di tutti. Ci basterebbe smettere di pensare a noi stessi come un’unità indipendente dal tutto perché dalle nostre azioni possono discendere conseguenze anche gravi sugli altri.
È da qualche giorno che mi frulla in testa una domanda.
“Ma e noi?” - mi chiedo - “Qual è il nostro ruolo in tutta questa emergenza? Posto che una parte di noi sta combattendo una battaglia ben più dura, che cosa possiamo fare noi? E che cosa possiamo trarre da questi giorni di stasi forzata?” Possiamo far tesoro di questo tempo. Fermarci, riflettere.
Tornare a godere del tempo passato in casa, in famiglia, passare del tempo con i nostri cari. Ringraziare di poterlo fare.
Smettere di inseguire il fine settimana fuori casa, la cena al ristorante, le vacanze in luoghi esotici, la giornata sugli sci, il post, la recensione, il selfie, i follower. Pensare alla nostra vita fino a ieri e chiederci se tutto ciò era veramente indispensabile.
Possiamo far tesoro di quanto ci sta accadendo non lasciandoci più tiranneggiare dal tempo ma tornando ad essere noi i suoi padroni.
Liberarci da quest’ansia da prestazione. Scegliere.
Sarebbe un grande traguardo.
Si può chiamare in molti modi: presa di coscienza, cambiamento, trasformazione.
Per conto mio si chiama crescere, maturare. Si chiama buon senso. Domani possiamo essere più forti di ieri.
Dobbiamo però avere il coraggio di fermarci, di pensare e di cambiare. Facciamolo per i nostri figli, per le nostre famiglie, per tutti quelli che stanno vivendo giorni drammatici, per chi non si può fermare. Facciamolo perché domani possa essere migliore di ieri e di oggi.
Lorenza Groff