Le Comunità di valle hanno fallito
Le Comunità di valle hanno fallito
Egregio Direttore, mi permetto di inviarle questo scritto che voglio indirizzare aI sindaci e agli amministratori di Fiemme. Sono un valligiano che il lavoro e l’attività se l’è creata con le proprie mani e mi sento di dire quanto segue. Dall’articolo dei giorni scorsi dell’Adige, intento ad elogiare l’imprenditoria di Fiemme, mi viene da osservare e criticare il fatto che non sia stata menzionata anche la grande fabbrica Rizzoli e, per un soffio, quasi anche il Pastificio Felicetti, che, per trovare terreno, permessi e incentivi per potersi ampliare e costruire, devono andare fuori valle e addirittura fuori provincia. Cosa hanno fatto i sindaci e la Comunità di valle per evitare di mandar via il lavoro e da vivere per 50/90 operai e famiglie? Per poi sentire anche di un progetto di trasferimento degli uffici della Comunità di Valle da Cavalese a Tesero, scialaquando migliaia per non dire milioni di euro di denaro pubblico (tasse pagate da operai, artigiani e piccoli imprenditori) per questo inutilissimo ente.
Mi chiedo se i sindaci e gli amministratori della valle non potrebbero promuovere dei progetti per arginare l’alveo tortuoso dell’Avisio, con frequenti briglie e un conseguente laghetto destinato a diventare un habitat per i pesci, visto che nei rigagnoli a destra e a sinistra dell’alveo le trote non vivono. Fare un argine di dimensione capiente, in grado di sopportare eventuali nuove alluvioni. Parallelamente al nuovo argine, si potrebbe intubare metà della portata d’acqua, posizionando inoltre, ogni 50 metri di dislivello, una turbina e dinamo per produrre energia elettrica gratis per tutta la valle. Finito l’argine oggi mancante, tra i paesi avremmo recuperato ettari di terreni alluvionali improduttivi da usufruire per agricoltura, artigianato, piccole o grandi industrie.
Gli amministratori di una valle turistica come Fiemme potrebbero progettare un campo da golf a 18 buche, dividendo il costo dell’opera in proporzione ai singoli censiti dei Comuni di Fiemme. Potremmo avere una valle giardino anziché un fondovalle di sterpaglie. Un’ultima domanda: l’insieme dei sindaci della valle, con qualche assessore, non potrebbe sostituire questo inutile ente che è la Comunità di Valle?
Luciano Morandini - Predazzo
Serve un ente per la "regia" dei servizi
Devo dirle che abbiamo dedicato molti articoli - nella pagina dedicata alla valle, ma anche in economia - alle imprese della sua zona. Del Pastificio Felicetti abbiamo fra l’altro parlato diverse volte. Tutto sommato, mi pare che queste e altre aziende - grazie anche ad aiuti mirati - siano riuscite a tenere i piedi ben saldi nel nostro territorio. Allargarsi, uscire dai confini, non sempre è un fatto negativo o un obbligo: a volte è una precisa scelta imprenditoriale che non impoverisce certo un territorio al quale offre viceversa più di un’occasione di lavoro e anche di crescita. Dell’Avisio si occupa soprattutto la Provincia, con uffici competenti che non mi pare che lo trascurino. L’idea del golf ogni tanto torna, anche se la valle non si presterebbe tantissimo, stando agli esperti: giro però volentieri la sua idea a chi di dovere. In quanto alla Comunità di valle, va detto che in più di un’occasione la politica è tornata sul tema e non è escluso che vi siano altre riforme. Lei ricorderà che i Comprensori - che sono un po’ i genitori delle Comunità di valle - funzionavano assai bene, soprattutto per quel che riguardava una serie di servizi, servizi che forse non si vedono e che non fanno rumore, ma che ancora funzionano assai bene. Ricorderà anche che nell’ultimo periodo i Comprensori, anche per evitare sovrapposizioni, erano diventati praticamente assemblee di sindaci. Forse la strada ideale ancora non s’è trovata, ma mi pare normale che si pensi ad enti che facciano da regia per quel che riguarda varie attività che un singolo Comune certo non può organizzare da solo. I costi sono quelli di sempre o poco più. Non facciamo passare l’idea che tutto sia uno spreco.
a.faustini@ladige.it