Fugatti la volpe ora è atteso al varco
La lettera al giornale
Fugatti la volpe ora è atteso al varco
Gentile Direttore,
mi sembra del tutto impropria l’equiparazione a Richelieu che si evince dal suo ultimo editoriale sul presidente Fugatti, anche se nel finale dell’articolo per fortuna emerge una sincera ironia sul suo operare. Considerato che ormai la memoria della maggior parte delle persone si può misurare nel nanosecondo dei pesci rossi, vorrei ricordare a me stesso ed ai lettori perché e su cosa Fugatti ha stravinto le ultime elezioni provinciali.
Oltre ad aver fatto da spalla su tutti i palchi del Trentino al “Capitano” con la parola d’ordine di no ai “negher”, non ricordo una sola proposta programmatica di spessore, tranne il mantra sulla Val d’Astico, ora contestata soprattutto nelle valli del Leno dove ha fatto l’exploit elettorale. Da sottosegretario, non posso certo dimenticare l’immagine istituzionale offerta al momento della firma davanti al presidente della repubblica Mattarella, quando si presentò masticando indifferente del chewing gum come fosse in gita scolastica.
O la condivisione sul suo profilo facebook dell’ammaina bandiera del simbolo della comunità europea, senza voler citare i grotteschi quotidiani spot televisivi in tempo di coronavirus, nei quali oltre a dare i numeri dei decessi come fossero estrazioni della tombola, tra un sì, no, forse e ma, non è mai riuscito a spiegare perché non si fanno i tamponi su tutta la popolazione e non si fanno le visite a domicilio dei potenziali infetti. Visto che siamo in democrazia e il popolo è sovrano, spero che al momento del voto qualcuno magari ci ripensi.
Marco Sossass - Rovereto
Lui è un democristianleghista
Guardi che l’equiparazione impropria la fa lei. Io ho parlato e parlo di volpe, non certo dell’uomo che re Luigi XIII nominò primo ministro di Francia. E mi pare che il mio tono ironico fosse evidente. È però sbagliato mettere Fugatti e Salvini sullo stesso piano. Fugatti - e per questo parlo della volpe a due facce che giocava in difesa - è un democristianleghista: si fa tirare la campagna elettorale dal capitano, ma poi media a tutto spiano, smussa angoli da mane a sera. Da una parte grida fingendosi tigre, dall’altra fa il micetto. Anche in questo caso finge? Lo vedremo.
Lo stesso episodio che lei cita (la bandiera europea maltrattata) fa pensare che non ci sia solo un Fugatti. Nel frattempo, la volpe sta facendo i tamponi a tantissimi (non a tutti, ma di questo passo si rischia di arrivarci). Sulle proposte concrete, aspetto al varco - insieme a lei - tanto Maurizio quanto Fugatti. Consapevole del fatto che non sia una passeggiata partire con Vaia e trovarsi dopo poco più di un anno in piena emergenza Covid-19. Non sarebbe facile nemmeno per Armand-Jean du Plessis, più noto come cardinale Richelieu.
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