Famiglie spezzate a Natale Conte doveva aiutarci
Mi ero illuso che le rassicurazioni di Conte in merito alle "chiusure di ottobre e novembre necessarie e propedeutiche per essere liberi a Natale" potessero ottenere riscontro, mentre purtroppo non è stato cosi. La situazione, seppur in miglioramento, non ha rispecchiato i risultati attesi e pertanto, proprio a Natale, le restrizioni saranno accentuate.
Per chi è abituato da sempre a trascorrere il Natale con i propri cari è questo un "sacrificio" difficile da accettare. Assieme alla ricorrenza religiosa questa festa è divenuta sempre più il ritrovo principe delle famiglie ed il momento conviviale per eccellenza. Penso non serva ricordare l'atmosfera che si vive in queste giornate.
Si arriva a comprendere quanto tale scelta governativa possa essere stata sofferta e ben meditata, però qualche dubbio sulla fondatezza di non permettere il ricongiungimento almeno dei parenti di primo grado che risiedono in altre regioni (o addirittura in altri comuni della stessa regione), rimane.
Si può a mio avviso imporre ad un figlio di non raggiungere i genitori o viceversa, qualora il Paese fosse in completo lockdown, altrimenti è difficile condividere tale decisione percepita invece quale forse esagerato "accanimento".
Non si può andare a trovare l'anziano genitore che, seppur fortunatamente in salute, vive solo, ma nel contempo aprono i bar (ove il virus riesce con meno ostacoli a propagarsi), aprono i negozi, si chiede di aprire le piste da sci, oltre ad ipotizzare l'anticipazione di apertura delle scuole in presenza, come se rientrare una settimana prima delle vacanze di Natale fosse dirimente. Per non parlare dell'assenza di controlli per chi passeggia senza la protezione della mascherina o l'abbassa a lungo per chiacchierare con gli amici o per fumare (pare quasi vi sia "un'esenzione" per i fumatori).
So bene che vi sono problemi più grandi e drammatici, ma mi si spieghi come 4 conoscenti che parlano ravvicinati seduti ad un tavolino dei numerosi bar del Belpaese rappresentino un rischio minore di un figlio che va a visitare il proprio genitore nel periodo natalizio.
Claudio Della Ratta
Conte potrebbe fidarsi degli italiani
Imporre questi limiti e questi divieti ad un Paese che all'articolo uno della Costituzione dovrebbe aggiungere un paragrafo semplice ("Tengo famiglia") è oggettivamente qualcosa di violento, soprattutto se consideriamo che tanti di noi hanno da sempre parenti che vivono altrove e che si possono rivedere solo durante le feste.
Il problema, in Italia, è un po' sempre lo stesso: partire dal presupposto che siano tutti furbetti e - rovesciando il detto - colpirne cento per educarne (o multarne) uno.
Onestamente siamo davvero un po' furbetti (termine che io detesto) e le dimostrazioni sono quotidiane, ma non può passare l'idea che il Covid-19 venga sottovalutato da tutti. Qualche incosciente c'è (e ogni scusa, come dice lei, è buona per abbassare la mascherina), ma la maggioranza degli italiani ha rispettato ogni regola e ogni indicazione. Il paradosso è che possiamo poi ricongiungerci in certi momenti (entro determinate date) e non in certi altri.
Come se il Covid girasse con un calendario e con una sofisticata "app" con un aggiornamento dei nostri spostamenti e quelli dei nostri parenti o come se tutti dovessimo essere già a casa della nonna il 24 per non correre il rischio di spostarsi nel suo Comune per salutarla il 25.
La situazione è oggettivamente drammatica e i dati non sono purtroppo migliorati, ma sappiamo tutti come andrà a finire: gli onesti staranno lontani ed eviteranno di riabbracciare anche i loro figli o i loro genitori, altri si inventeranno chissà cosa (la fantasia è un'altra delle nostre caratteristiche) per super ricongiungimenti o, come li chiamerà chi riuscirà ad individuarne alcuni, per assembramenti illeciti.
E la solitudine sarà il vero dramma di un Natale che, di questo passo, non riuscirà nemmeno a portare un po' di (necessaria) serenità in molte famiglie spezzate da regole, leggi e timori. Abbiamo bisogno di abbracci e rischiamo di perderci anche gli sguardi.
La salute è un bene supremo, ma Conte potrebbe, per una volta, fidarsi di noi italiani. Nessuno ha intenzione di farsi contagiare da un figlio o di contagiare un figlio o un genitore. Sognavamo solo di passare il Natale tutti insieme.