Un simpatico aneddoto su monsignor Gottardi
Il vescovo espresse la sua preferenza per il francese, mentre diede un giudizio poco lusinghiero sulla lingua inglese
Caro direttore, ho molto apprezzato il servizio che è apparso nei giorni scorsi sul giornale l'Adige in merito alla figura di monsignor Alessandro Maria Gottardi in occasione del ventesimo anniversario della sua scomparsa.
Desidero, con l'occasione, citare un episodio che potrà arricchire la biografia di un personaggio che per 24 anni è stato la guida spirituale del Trentino. Era il febbraio del 1976 quando monsignor Gottardi si trovava in visita pastorale a Spormaggiore.
Come sindaco ebbi modo di avere una breve conversazione con Lui e, fra gli argomenti che toccammo, ci fu quello delle lingue. Senza nessuna esitazione il Vescovo espresse la sua preferenza per il francese, mentre diede un giudizio poco lusinghiero sulla lingua inglese, trovando in questo la mia sincera e spontanea condivisione.
Colgo l'occasione, caro direttore, per inviare a Te, alla tua famiglia ed a tutti i tuoi collaboratori, gli auguri di una "Serena, Santa Pasqua". Anche da parte della mia famiglia.
Renato Lochner
Un pastore che ha lasciato un segno
Seppur in leggero ritardo, cari auguri anche a te, alla tua famiglia e alla grande e specialissima famiglia dei nostri lettori.
Grazie, invece, per aver aggiunto questo curioso dettaglio (in linea col personaggio e col tempo) al ricordo del vescovo che ha vissuto - sempre da protagonista, anche quando apparentemente era defilato - la stagione più calda del Trentino: sociologia, le proteste, gli anni della contestazione e dell'innovazione, stagioni politiche ricche di progetti e di leader di cui ancora parliamo, la direzione di don Cristelli a Vita Trentina e molto altro.
Un pastore, Gottardi, che ha lasciato un segno e che chi ha i capelli bianchi ricorda ancora molto bene.
lettere@ladige.it
[foto credits: Diocesi di Trento]