Orso morto, è stato avvelenato Enpa: «Atto gravissimo»
Quello che fino a qualche giorno fa era solo un sospetto, da ieri è una quasi certezza: l'orso M6, trovato morto nei giorni scorsi in Val di Non, è stato ucciso con il veleno
Quello che fino a qualche giorno fa era solo un sospetto, da ieri è una quasi certezza: l'orso M6, trovato morto nei giorni scorsi in Val di Non, è stato ucciso con il veleno. Durante l'autopsia nello stomaco del plantigrado è stato infatti rinvenuto un pezzo di spago identico a quello utilizzato nella confezione di alcuni bocconi avvelenati ritrovati in zona dai forestali. Che M6 sia stato avvelenato lo si capisce anche dalle parole dell'assessore alle foreste, Michele Dallapiccola: «Un'azione gravissima, per la quale esprimiamo la ferma condanna della Provincia».
E sulla morte del plantigrado, rinvenuto il 28 marzo, interviene con una nota anche l'Enpa, l’Ente nazionale protezione animali: «La triste, orribile morte di M6, che sembra essere causata dall’ingestione di esche avvelenate, è un fatto gravissimo, per il quale è necessario accertare, con estrema urgenza, tutte le responsabilità».
Nello stomaco del plantigrado, durante l’autpsia, è stato infatti rinvenuto un pezzo di spago identico a quello utilizzato nella confezione di alcuni bocconi avvelenati trovati in zona dai forestali. «In particolare - prosegue l’Enpa in una nota - chiediamo venga fatta chiarezza sul ruolo svolto dai residenti: come è possibile che, ogni qualvolta si verificano fatti del genere, gli abitanti del posto, soprattutto coloro i quali appartengono a ben individuate categorie, siano sempre all’oscuro di quanto accade sul loro territorio?».
Attenzione però, prosegue l’associazione animalista, «per gli orsi, come per gli altri selvatici, il pericolo non deriva solo dal veleno ma anche dal bracconaggio». «Continuiamo ad assistere alla morte degli orsi, che, è opportuno ricordarlo - sottolinea l’Enpa - sono animali particolarmente protetti dalla legge 157/92 e, al pari degli altri selvatici, patrimonio indisponibile dello Stato e quindi di tutti i cittadini italiani. Animali che, ciononostante vengono uccisi nella totale impunità. Questo non è più accettabile e le responsabilità sono anche istituzionali: sfruttando e incitando la popolazione a colpi di interrogazioni regionali in cui si prefigura a possibilità di uccidere i plantigradi, molti politici hanno condotto campagne emergenziali con l’obiettivo di creare un falso allarme sociale».