Anche un trentino tra gli studiosi per la seta dei ragni riprodotta artificialmente
Progettare e riprodurre in laboratorio, portandole su larga scala, le caratteristiche meccaniche più sorprendenti dei materiali presenti in natura, come la seta di ragno, senza alterarne le proprietà. È anche questo il proposito ambizioso che anima le ricerche condotte da un'equipe di studiosi di cui fa parte Nicola Pugno dell'Università di Trento (dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica).
Studi oggi in un articolo sulla rivista Nature Communications, a firma di un un gruppo internazionale di scienziati, centrato sulla progettazione al computer della seta e sulla sua riproduzione artificiale ispirata a quella dei ragni e sulle sue numerose potenziali applicazioni. Utilizzare seta artificiale è infatti molto più pratico ed economico di quanto non sia prelevare seta dagli allevamenti di ragni, gli animali che producono la seta più resistente. Tutto ciò offre dunque interessanti prospettive per la produzione manifatturiera su larga scala.
"La seta di ragno presenta una tenacità superiore a quella del Kevlar e una resistenza comparabile a quella dell'acciaio pur essendo fino a sei volte più leggera" spiega Pugno, i cui studi su questo super-materiale avevano trovato spazio su Nature già nel 2012.
"Da molti anni - aggiunge - le nostre ricerche si sono concentrate sulle notevoli proprietà meccaniche della seta, che potrebbero essere sfruttate in molti settori dell'ingegneria, della fisica e della scienza dei materiali. Inoltre, grazie ai loro alti tassi di biocompatibilità e biodegradabilità, le sete di ragno sono materiali proteici che permetterebbero di compiere importanti passi avanti anche nel campo biomedico: dai fili per suturare le ferite, alle operazioni di rigenerazione dei tessuti, alle procedure di rilascio intelligente previste dalla terapia genica".