Cambiamenti climatici Un piano anti-alluvioni
Il clima trentino è destinato a cambiare molto nei prossimi decenni. E ciò avrà un'influenza diretta anche sul rischio idrogeologico e sulla gestione dei flussi di acqua. Sulla base di tali considerazioni e per prevenire situazioni difficili che potrebbero verificarsi nel prossimo futuro, la giunta ha approvato nella seduta di giovedì il Piano di gestione del rischio alluvioni.
Tra le misure da mettere in atto, alcune attese da tempo, quella di pulizia del bacino di Stramentizzo per la quale occorre l'intesa con il concessionario Sf Energy. E la sistemazione della Galleria Adige-Garda.
Il piano parte dagli scenari di cambiamento climatico che sono stati proiettati dagli esperti anche per la nostra provincia nei prossimi decenni.
Come il fatto che si prevedono temperature mediamente più alte, meno precipitazioni in estate, di più in inverno con la quota della neve che si alza e i ghiacciai (calati del 28% rispetto all'estensione massima del 1860) destinati a ridursi ancora.
«Questi scenari stanno causando e causeranno effetti significativi sulle aree montane che possono influire sulla gestione del rischio di carattere idrogeologico» si legge nel piano anti-alluvioni della Provincia tra cui «un aumento del rischio che le aree glaciali diventino gradualmente più instabili e soggette a eventi quali crolli, frane e smottamenti. Un aspetto importante riguarda poi due fattori fisici legati all'aumento delle temperature: l'anticipo della fusione nivale in primavera e l'aumento del limite delle nevicate in inverno.
Sono poi previsti cambiamenti significativi del sistema idrologico consistente in una diminuzione del deflusso in estate e soprattutto in un notevole aumento del deflusso in inverno con conseguenze sul rischio idrogeologico e sulla futura disponibilità di risorse idriche» continua il piano.
Fattori che «implicano una più adeguata attenzione sia in termini di pianificazione territoriale, nella definizione e gestione del rischio delle zone inondabili, sia nella definizione dei sistemi di allerta».
Il piano definisce i vari sistemi di allerta e le risposte che vengono date alle situazioni di pericolo e difficoltà dovute all'eccesso di precipitazioni.
La Protezione civile può disporre il livello di allerta ordinaria, corrispondente al livello di criticità ordinaria; esso richiede una reperibilità rinforzata in tutti i settori potenzialmente interessati e un più frequente scambio di notizie e informazioni. Il livello di allerta moderata, corrispondente al livello di criticità moderata; esso richiede la reperibilità di tutte le forze di protezione civile e la predisposizione di tutti i mezzi e gli strumenti utili a fronteggiare l'evento atteso.
Il livello di allerta elevata, corrispondente al livello di criticità elevata; esso richiede la convocazione della Sala operativa e l'attivazione di tutte le forze disponibili secondo le procedure previste dai piani di emergenza o secondo le direttive del Dirigente generale del Dipartimento competente in materia di protezione civile.
Il piano indica anche i diversi interventi da mettere in campo per, ad esempio, rafforzare il sistema di gestione delle piene attraverso le dighe, si prevedono interventi ad esempio sull'invaso di Stramentizzo e sulla galleria Adige-Garda. Per Stramentizzo «i lavori ai fini della sicurezza prevedono il sovralzo del ciglio dello sfioratore di superficie, il potenziamento dello scarico di fondo della diga, lo sfangamento parziale del serbatoio e la realizzazione di un opera di selezione del trasporto solido posta in entrata al serbatoio stesso».