Chi dal casello di Trento Nord arriva in città, costeggia per quasi tre chilometri una serie irregolare di conifere barbamente capitozzate; oppure, per lunghi tratti, un avvallamento di terreno incolto. Eppure si tratterebbe della prima «cartolina» del capoluogo per chi esce dall'autostrada. Una alberatura continua e ben curata avrebbe il pregio di chiudere pure il panorama verso la discarica, dando una migliore percezione della città a chi sta per entrarci.
A Spini i primi insediamenti industriali degli anni ?70 (dal capannone «ex Iret/Whirlpool» alla De Manincor) erano attorniati dal verde, per mascherare le strutture e ingentilire gli accessi. Oggi? Andate in via Linz, l'ultima strada nata in zona (nel 2010) sui sette ettari di prato antistanti proprio alla ex fabbrica di frigoriferi, oggi sede della Vetri Speciali: solo cemento e asfalto, così come nel nuovo «desertico» parcheggio della struttura. Convegni e piani su paesaggio e urbanistica, e poi? Gli sviluppi più recenti sono, paradossalmente, quelli più impattanti. Lo spazio per le alberature, qui, non mancava: e impermeabilizzare il cento per cento dei terreni mette in crisi le rogge del fondovalle quando si tratta di smaltire le acque di pioggia (in via Unterveger, dove il Lavisotto talvolta esonda, ne sanno qualcosa).
Rotatoria di Spini
Ci spostiamo di poco, su un altro punto dove gli alberi risultano «non pervenuti»: la rotatoria di Spini, tristemente spoglia, altro luogo in vista per chi gravita sul casello di Trento Nord. La questione è annosa, perché a nulla sono valse le proposte per adottarla avanzate nel 2015 dal gruppo di «Puli...amo Spini». Un caso che stride ancor più se paragonato alla rotonda al Bermax, dove le piante e i fiori invece abbondano.
Svincolo di Trento Sud
Altro punto di ingresso alla città, altra cartolina per i turisti in arrivo su Trento (stavolta da sud): lo svincolo al «Marinaio» è stato indubbiamente abbellito da decine di fusti nei nuovi parcheggi di attestamento. Ma come si dice, «abbiamo fatto 30, facciamo 31»: non ci sono alberi su uno dei lati interni della rotatoria, lungo la tangenziale; ma soprattutto, chiome e barriere verdi mancano lungo la ciclabile di via Ragazzi del ?99. Chi pedala lì si trova l'orizzonte libero verso la carreggiata. Nessun «cuscino» di natura a proteggerlo dal traffico intenso: ancora una volta, lo spazio per collocarlo ci sarebbe eccome.