Lago d'Idro: accordo Trentino-Lombardia M5S: rischi di sfruttamento eccessivo
Le rappresentanze istituzionali di Trentino e Lombardia sottolineano che «vedono nel lago di Idro un’opportunità turistica e di sviluppo del territorio»: per questo motivo è stato sottoscritto l’accordo per la valorizzazione del bacino.
Oggi a Tione la firma con l’assessore all’ambiente della Provincia di Trento, Mauro Gilmozzi, e il sottosegretario alla presidenza ella Regione Lombardia, Ugo Parolo.
«L’intesa - dice Gilmozzi - fissa le nuove regole per l’utilizzo dell’acqua del lago di Idro, la costruzione di opere idrauliche, un percorso ciclopedonale e il collegamento in galleria con Valvestino».
«Trentino e Lombardia - ha aggiunto - hanno lavorato insieme per risolvere nel suo complesso questioni che riguardavano in prima istanza la qualità della vita della popolazione locale, legate essenzialmente al lago e alla viabilità, ma anche a monte con la produzione dell’energia elettrica e a valle con l’utilizzo delle stesse acque per l’irrigazione delle aree agricole».
Ma sul futuro dell’area e sul rispetto del lago c’è chi ha molte critiche da fre.
«L’accordo siglato tra il Trentino e la Lombardia per la gestione del lago di Idro suscita perplessità nel consigliere provinciale del Movimento 5 stelle del Trentino, Filippo Degasperi.
In una nota Degasperi rimarca che «nei mesi scorsi il M5s si sia occupato del lago d’Idro, minacciato da progetti di sfruttamento intensivo delle acque, sia a favore dell’idroelettrico che dell’irrigazione per allagamento, presentando tre interrogazioni».
«Dalle risposte ricevute - afferma - si evince che la Provincia di Trento non ha mai relazionato in merito all’attività del comitato di coordinamento del lago e, a specifica richiesta, risponde di presentare una richiesta di accesso agli atti, piuttosto che fornire direttamente le informazioni».
«A nostro avviso - aggiunge - questo dimostra una pervicace volontà di non coinvolgere le comunità che vivono attorno al lago nella sua gestione, rendendo quanto più difficile possibile l’accesso alle informazioni».
«Nel complesso le risposte ricevute alle nostre interrogazioni - conclude Degasperi - non solo non ci soddisfano ma ci mettono in allarme. Troppi sono gli indizi che sulla pelle del lago d’Idro si stia consumando una tacita spartizione fra le nomenclature politiche che siedono a Trento e Milano».