Gelate, danni a mille ettari di vigneti trentini Il Consorzio vini: è fondamentale assicurarsi
Le gelate di queste settimane hanno colpito un quarto dei vigneti trentini e danneggiato circa un decimo di essi. Lo hanno spiegato il presidente del Consorzio Vini Bruno Lutterotti e il direttore Graziano Molon facendo il punto sulla vitivinicoltura trentina dopo Vinitaly.
I danni effettivi alla produzione di uva devono ancora essere verificati ma, sostengono al Consorzio, la difesa migliore contro queste calamità è assicurarsi per tempo. E da noi, nel complesso, i produttori sono più «coperti» che altrove.
Tutto questo mentre ci stiamo avvicinando alla prima vendemmia quasi interamente «ecologica», cioè con la certificazione di sostenibilità ambientale. Che è cruciale per la promozione turistica del territorio.
Lutterotti viene dall'ennesimo controllo sui danni delle gelate fatto ieri mattina presto. Sui 10.500 ettari di vigneti in provincia, sono stati in vario modo colpiti dalle basse temperature di queste notti 2.400 ettari. Di essi, circa mille ettari hanno avuto danni più importanti. Tuttavia l'entità del danno alla produzione è ancora da quantificare.
«La risposta migliore è la copertura assicurativa - afferma Lutterotti - che dovrebbe diventare uno strumento di lavoro ordinario delle aziende agricole. Oltretutto la polizza trentina gestita dal Codipra è una delle più rispondenti a riconoscere i danni».
I potenziali danni alla produzione di uva colpirebbero la prima vendemmia quasi interamente certificata dei viticoltori trentini. Dopo i «pionieri» Ala, Aldeno, La Vis, Mezzacorona, Ferrari, Endrizzi, Fedrizzi Cipriano, Maso Poli, Moser Francesco, Maso ai Dossi, Zanini Luigi, quest'anno più di 6.000 produttori, attraverso le cantine sociali o come aziende singole, hanno aderito alla certificazione Sqnpi, Sistema di qualità nazionale produzione integrata. «Abbiamo scelto questa certificazione - spiega Lutterotti - perché ad oggi è ancora l'unica col ministero delle Politiche agricole».
Il passaggio successivo, che qualche cantina che ha avviato la certificazione nel 2016 potrebbe già compiere quest'anno, è la certificazione del vino con il logo «Ape Maia». Ma questo dipende dalle singole aziende. Intanto sono partite due sperimentazioni con la Fondazione Mach sul monitoraggio del sottosuolo, che per ora non ha verificato danni prodotti dai trattamenti ai lombrichi, e sull'eliminazione del diserbante di sintesi a favore di erbicidi di sintesi naturale. «Stiamo lavorando con Trentino Marketing - sottolinea Molon - per far diventare l'ambiente e il prodotto viticolo salubre elementi qualificanti dell'offerta del territorio».
La Mostra dei Vini quest'anno è in calendario il 25-28 maggio in contemporanea con Cantine aperte . Resta irrisolto intanto il rapporto con i Vignaioli . «Ci siamo confrontati più volte - dice Lutterotti - Le visioni sono diverse ma possiamo recuperare unitarietà lavorando per la viticoltura territoriale». Tra le iniziative che potrebbero sbloccare la situazione, la previsione di rese più basse per le Doc trentine rispetto alla nuova Doc interregionale del Pinot Grigio, uno degli elementi dello scontro con i Vignaioli, e la costruzione di un Tavolo interprofessionale paritario.