Orsi e ungulati sulle strade Arrivano i sensori di allarme

di Denise Rocca

L'attraversamento di animali selvatici sulle strade trentine non è cosa nuova, ma all'indomani dell'incontro-scontro fra un motociclista e un'orsa con il suo piccolo sulla statale della Val Rendena, anche il passaggio dei plantigradi va ad aggiungersi a quello degli ungulati nel destare preoccupazione.

Ad arrivare in soccorso degli automobilisti potrebbe essere il Progetto Margine dell'Università di Trento: è a pieno regime da inizio anno, in un tratto della Val di Fiemme riconosciuto come un corridoio abituale per gli ungulati, la sperimentazione di un sistema di sensori radar programmati per l'individuazione ai margini della carreggiata di caprioli, cervi o camosci in modo da poter avvisare gli automobilisti della reale presenza (a differenza dei semplici cartelli che esprimono solo una potenzialità) di animali in procinto di attraversare.

Nei segnalimiti a bordo strada è installata una scatoletta con due radar che individuano gli spostamenti, un processore a bordo che interpreta questi spostamenti e li classifica «capriolo» o «non capriolo», e fa scattare un segnale se c'è un capriolo in fascia strada. la potenzialità è quella di abbinare un sistema di allarme in tempo reale che avvisi gli automobilisti di passaggio quando c'è la concreta presenza di un animale vicino alla carreggiata. A febbraio, il gruppo di lavoro che se ne occupa ha presentato la tecnologia anche ai responsabili del Progetto Orso ipotizzando che, con i dovuti adattamenti, il principio di base potesse essere usato anche per allertare i guidatori della presenza di orsi.

Le criticità nel caso dei plantigradi riguardano il meccanismo di funzionamento del sistema di rilevamento dei movimenti: «Nel caso degli ungulati - spiega Guido Benedetti del Servizio Strade della Provincia - la prova viene fatta su un tratto dove abbiamo notizia di diversi incidenti e quindi di un'abitudinarietà degli animali nel passaggio, la prima difficoltà nel caso degli orsi potrebbe essere proprio il fatto di individuare un corridoio di passaggio usuale. In parte abbiamo pochi dati rispetto agli ungulati per i quali abbiamo rilevamenti di oltre un decennio fa, in parte gli orsi si muovono su spazi più ampi e potrebbe essere difficile restringere la zona di passaggio».

In questo momento il dato rilevato dai sensori nell'area di sperimentazione in Val di Fiemme viene usato solo per capire la reale capacità di questi apparecchi di percepire gli spostamenti degli animali e testare l'affidabilità del sistema. «I dati fino ad ora sono positivi - prosegue Benedetti - ma sono ancora indicazioni parziali. L'altro elemento da considerare è che i sensori vanno tarati sia sulla fisicità degli orsi sia soprattutto sui loro movimenti, che sono molto diversi dagli ungulati, quindi si tratta di un sistema che può fornire una base metodologica per trovare una modalità di monitoraggio anche per gli orsi, non una cosa che si può semplicemente usare così com'è».

Se il sistema funzionasse e fosse affidabile, come sembra essere dai primi risultati con gli ungulati, la possibilità di provare una sperimentazione per gli orsi è fra le opzioni valutate in questo momento dagli uffici provinciali.

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