Linea dura, e abbattimenti, per lupi e orsi L'esperto boccia l'idea: «Solo demagogia»
«Catturare o abbattere i lupi problematici? Non si può fare, è pura demagogia». Luigi Boitani è una personalità in materia. È professore ordinario di Zoologia all’Università La Sapienza di Roma dove ricopre la cattedra di Biologia e conservazione della fauna selvatica.
Professore, cosa pensa di questa richiesta di delega per la gestione di lupi e orsi problematici condivisa dalle Regioni?
Non si può fare, non è legalmente possibile. Ogni volta che si pone un problema deve decidere Roma.
Fugatti sostiene che le questioni di pubblica sicurezza superano la tutela del demanio pubblico.
Il concetto di pubblica sicurezza è relativo. Chi lo ha detto che il lupo crea problemi del genere? Non c’è un caso di attacco all’uomo, tutta l’Italia convive con duemila lupi e il Trentino non può vivere con tre o quattro branchi?
Non crede però che sia un fenomeno maggiormente controllabile e gestibile da Trento più che da Roma?
Il Ministero deve rispondere alla direttiva europea Habitat, che protegge il lupo e concede le deroghe da sempre, dal 1992 da quando esiste. L’articolo 16 le permette ma vanno decise di volta in volta sentendo gli esperti dell’Ispra, dubito che la cosa sia gestibile in loco.
E quante volte è successo che si interviene su esemplari problematici?
Con il lupo mai successo. Io non sono contrario che vengano concesse deroghe se esiste un caso di effettivo pericolo. Ma non è mai successo.
Secondo il presidente della Provincia un esemplare pericoloso è anche quello che si avvicina troppo alle abitazioni. Condivide?
Ma chi l’ha detto? In Abruzzo i lupi camminano tra le case tutte le notti in tutti i paesi. Seguendoli col radiocollare ci si rende conto che entrano in città anche a Sulmona, a L’Aquila, vicino all’aeroporto di Fiumicino. Ci sono in realtà altre situazioni molto più pericolose.
C’è anche un problema di danni agli allevatori.
Tutto il Piemonte l’anno scorso ha avuto un danno di 40-50.000 euro. Crolla l’economia del Piemonte? Il Trentino non si può permettere una cifra di questo tipo? I sistemi di prevenzione costano fatica all’allevatore e capisco che loro dicano: chi me lo fa fare? Vanno aiutati. Io mi auguro solo che chi prende queste decisioni abbia l’umiltà di chiamare un esperto.
Il prelievo di un soggetto singolo da un branco e il rilascio altrove potrebbe essere una misura utile?
Non è percorribile. Un lupo ha un territorio di 2-300 chilometri quadrati o più. Fanno centinaia o migliaia di chilometri, quindi non si può deciderne la gestione a scala provinciale, è un non senso. Va vista necessariamente a scala nazionale. E temo che il ministero ai singoli non concederà mai la delega. Mi sembra che in questi annunci ci sia tanta demagogia. D’altro canto Fugatti aveva promesso in campagna elettorale di intervenire e deve dar corso a queste promesse.