Marmolada, via i ruderi dei vecchi impianti, lo chiedevano in 4 mila, ora è certo
Resta l’incognita su Pian dei Fiacconi: la nuova proprietà chiede di costruire una cabinovia al posto della «cestovia Graffer», ma in ogni caso dovrà sobbarcarsi l’onere della bonifica
MARMOLADA. La storica cestovia Graffer da Passo Fedaia a Pian dei Fiacconi, chiusa per sempre il 15 settembre 2019 ma ancora in piedi; la linea di plinti in cemento di un impianto di risalita, cominciato negli anni '80 e mai terminato, da Passo Fedaia fino al manufatto di cemento sopra Pian dei Fiacconi; un'altra infilata di plinti del vecchio impianto di risalita, mai rimossi da quando nel 1974 fu realizzata la cestovia ora dismessa; una piattaforma di cemento armato del vecchio skilift, demolita ma anche questa mai rimossa e che giace a pochi metri dal rifugio "Ghiacciaio Marmolada"; i ruderi dell'impianto Sisem, demolito dal Comune di Rocca Pietore nel 1973.Sono questi gli "orrori" che deturpano i fianchi del ghiacciaio della Marmolada, per la cui rimozione 4.000 persone l'anno scorso firmarono una petizione promossa dal rifugista Guido Trevisan.
Ebbene, ora possono brindare, i proponenti di quella raccolta firme, chi ha aderito e chi comunque ama quella montagna. Perché (sempre che poi, tra il dire e il fare, non ci si metta di mezzo il mare) i ruderi che per anni sono stati una spina nel fianco della Regina delle Dolomiti saranno rimossi.
Lo ha assicurato l'assessore provinciale Mario Tonina, durante il dibattito sulla petizione che si è svolto nei mesi scorsi in Terza commissione permanente del Consiglio provinciale e che ha portato i membri della Commissione, il 4 maggio, ad approvare all'unanimità la relazione finale sull'argomento.
La petizione chiede che i nuovi concessionari che hanno acquisito anche i vecchi ruderi abbandonati vengano obbligati a demolire e rimuovere tutti i vecchi manufatti nel minor tempo possibile e che qualsiasi realizzazione di nuovi impianti sia vincolata alla pulizia preventiva e completa dei ruderi presenti.L'assessore Tonina ha confermato anche nell'ultima seduta sull'argomento il sostegno della giunta provinciale alle esigenze espresse nella petizione. Una petizione che è condivisibile, «considerato l'obiettivo di riqualificazione anche paesaggistica del massiccio della Marmolada perseguito dal programma degli interventi» adottato con la delibera della giunta provinciale approvata nel 2015, e che è «in linea con la strategia di riqualificazione paesaggistica dei beni compresi nella rete del paesaggio Dolomiti Unesco e di impegni sottoscritti a livello territoriale».
Con riferimento alla disciplina degli impianti a fune, la Commissione è stata poi informata dall'assessore che sulla concessione della linea funiviaria dell'impianto "Fedaia - Pian dei Fiacchi", scaduta il 3 dicembre 2019 per obsolescenza tecnica, è stata inoltrata al Servizio impianti a fune la domanda di modifica della concessione della linea funiviaria esistente, per la sostituzione con una cabinovia ad ammorsamento automatico, sostanzialmente sullo stesso tracciato dell'impianto preesistente ma con stazione più a monte, e che il procedimento è sospeso in attesa della sottoscrizione dell'accordo previsto per l'attuazione del programma. «Nel caso di riattivazione del procedimento - ha detto l'assessore - saranno valutati tutti gli aspetti connessi con il nuovo impianto, compresi gli impatti paesaggistici, ponendo a carico del concessionario tutti gli oneri legati alla demolizione dell'attuale impianto, oltre a quelli legati ai vecchi manufatti esistenti».
Ma anche se un accordo non si dovesse trovare, o se il nuovo impianto non venisse realizzato, per la struttura provinciale competente sugli impianti a fune è possibile, d'intesa con il Comune di Canazei, procedere all'ordine di ripristino dei luoghi a carico dell'ultimo concessionario: lo prevede la legge sugli impianti del 1987.