«Sulla Vigolana il bivacco della Madonnina è chiuso ma lo usano per fare feste e abbandonano pure i rifiuti»
La denuncia di Valerio Campregher, presidente della Sat di Caldonazzo: appena raccolto lassù un "elicottero di rifiuti". Molti, soprattutto giovani, ignorano il divieto di utilizzo di queste strutture per pernottare (a causa delle norme per la pandemia) e in ogni modo ne fanno un uso scorretto
L'INCIDENTE Escursionisti costretti a scendere di notte perché il bivacco era pieno di gente
TRENTO. «I bivacchi sono chiusi per il covid. Se i ragazzi ci vanno per fare festa infrangono questo divieto. Tuttavia i il problema di un utilizzo errato del bivacco non è solo nostro: c'è in tutta Italia».
Valerio Campregher, presidente della Sat di Caldonazzo, si è confrontato nei mesi scorsi con un componente della commissione bivacchi e rifugi del Cai, che ha confermato un aumento a livello nazionale dell'utilizzo di questo tipo di strutture che, è bene ricordare, sono nate per l'emergenza.
Erano i primi giorni di agosto quando, salito sulla Vigolana, al bivacco della Madonnina con altri soci, ha raccolto «un elicottero di rifiuti».
Campregher, possibile che ci siano ancora persone che abbandonano le immondizie in quota?«Ogni volta che raggiunto il bivacco trovo rifiuti. La pulizia era in programma a fine luglio, ma causa maltempo era stata rinviata. Abbiamo portato via bottiglie e piatti in plastica, stile festa campestre, bottiglie di birra, cartacce di ogni tipo e anche un paio di calzini.
Un elicottero pieno. Abbiamo sostituito coperte ed i materassi con materassini in pvc simili a quelli che si utilizzano nelle palestre e sistemato una confezione di igienizzante in modo che si possano pulire ed utilizzare in sicurezza. È stato affisso nuovamente il cartello di divieto di ingresso al bivacco causa Covid, che era stato strappato, è stato sistemato un cartello per invitare le persone a portare a valle i rifiuti e un altro ancora con il divieto di utilizzare i sentieri come gabinetto, dato che in assenza di un bagno molti si fermano lungo il percorso».
Dunque il bivacco è ufficialmente "chiuso" per il Covid?
«Per l'emergenza sanitaria non si potrebbe dormire nei bivacchi, come da direttiva nazionale del Cai, ma ovviamente questi rimangono sempre aperti per dare riparo agli escursionisti che vengono sorpresi dal maltempo, oppure per permettere di cambiarsi quando fa freddo. Mi è capitato di ricevere telefonate da parte di persone che chiedono di poter prenotare il bivacco, ma spiego loro che non è possibile: i bivacchi sono per le emergenze, non per trascorrere una notte in montagna. Le comitive, come è successo sabato notte in Vigolana, non potrebbero fermarsi. Se si vuole dormire in quota ci sono i rifugi. Nessuno della zona va più al bivacco nel fine settimana perché si sa che c'è sempre gente, soprattutto negli ultimi due anni».
Con il covid, si diceva nell'estate dello scorso anno, gli italiani hanno riscoperto il benessere di stare all'aria aperta, in quota.
Il problema, pare di capire, sta in un approccio non corretto alla montagna: è così?
«È dal 2016, da quando è stato sostituito quello vecchio, che il nuovo bivacco della Madonnina è diventato un'attrazione. La gente che va in montagna oggi però è diversa da quella di 20 o 30 anni fa, che era più sensibile all'ambiente e alle strutture. Poi c'è anche la questione covid: anche il Cai ha rilevato che dall'estate 2020 c'è stato in tutta Italia un assalto ai bivacchi.
Purtroppo sono molte le segnalazioni di strutture lasciate sporche o con immondizie. Inoltre ci sono persone che non rispettano le regole. Ad esempio, dopo Vaia è stata chiusa la ferrata in Val Scura, ci sono i cartelli, ma abbiamo 3-4 interventi di soccorso ogni anno. E tutte due le volte che ho raggiunto il bivacco Madonnina in estate ho trovato il cartello di divieto di accesso strappato».