L'alpinista trentino Giampaolo Corona dopo l'allarme e l'avvistamento sull'Annapurna deve ancora rientrare al campo base
Programmato un intervento di recupero per il 30 aprile all'alba. L'esperto scalatore primierotto era l'unico del suo gruppo a essere arrivato in vetta del mitico massiccio himalayano senza l'ausilio dell'ossigeno supplementare: il mancato ritorno aveva fatto scattare le ricerche. Poi il contatto e le rassicurazioni: la difficile discesa solitaria prosegue, ora l'attesa per il rientro
IL FATTO Disperso a 7600 metri, sta bene e rientra al campo base
LA GALLERY La sfida a uno dei monti celebri dell'Himalaya
SIMONE MORO «Giampaolo sa quello che fa»
TRENTO. Dopo l'ansia vissuta per la sorte dell'alpinista trentino Giampaolo Corona, ora l'attesa per il suo rientro al campo base.
Le ultime notizie, arrivate questa sera, parlano della programmazione di un intervento di recupero con l'elicottero per domattina, 30 aprile.
Dunque, un'altra notte solitaria al gelo per Corona, che sta affrontando condizioni difficili durante la discesa, dopo essere arrivato in cima all'Annapurna senza ossigeno né portatori.
Per 24 lunghe ore l'alpinista aveva perso i contatti con il resto del mondo.
Poi l'avvistamento questa mattina, 29 aprile, quindi anche un contatto radio in cui spiegava ai soccorritori di essere in grado di proseguire da solo la discesa.
E poi un nuovo avvistamento dall'elicottero, questo pomeriggio: Giampaolo era a quel punto attorno a quota 7 mila, al campo 4.
"Dopo quattro giorni - scriveva mercoledì Corona proprio da questo campo mentre attendeva di proseguire - che sei sempre con 15 kg sulla schiena, sempre su e giù e a spalar neve... non vediamo l'ora...".
Il giorno dopo i dieci membri della spedizione sono partiti per l'assalto agli 8.091 metri del massiccio himalayano.
Alle 11.10 i primi arrivi: davanti la squadra Sherpa di fissaggio delle corde, poi gli scalatori con bombole e portatori e, in fondo, Corona insieme ad altri due puristi dello stile alpino, l'austriaco Hans Wenzl e lo svedese Tim Bogdanov.
Alla sera tutti erano rientrati, tranne il 49enne del Primiero. Venerdì mattina sono scattate le operazioni per trovarlo.
"Lo stanno cercando molto in alto, sembra non sia rientrato a campo 4, che è l'ultimo campo", spiegava in quelle ore di venerdì il noto alpinista bergamasco Simone Moro. "L'hanno visto a 7.700 metri molto stanco e queste - aggiungeva - sono le uniche notizie che si hanno per ora".
Moro, che è anche pilota di elicottero specializzato nel soccorso sulle montagne del Nepal, si trovava nella valle dell'Everest quando è stato contattato per partecipare alle ricerche. "Nelle operazioni - sottolinea - è stato però coinvolto un altro elicottero che era già a Kathmandu, dove anche io adesso sono tornato".
Per farsi un'idea delle condizioni sull'Annapurna e del tenore di questa impresa alpinistica, basta leggere i post in Fb (da cui sono tratte le foto) di Giampaolo Corona, come questo del 15 aprile: "Partiti con Hans da C2 con tutto il materiale. Saliti nelle neve fresca. Fatica. Alle 16 è arrivato un temporale con vento forte. Abbiamo piazzato le tendine su una cresta a quota 6350 mt. Spero regga, non scendiamo. Meteo vediamo, qui ogni pomeriggio è brutto".
E ancora, il 18 aprile: "Una volta smesso di nevicare si è alzato un vento fortissimo, che crea cumuli in quota, con pericolo valanghe altissimo - e questa montagna è ancora più peculiare, è tutta un sistema di seracchi, sembrano dei grattacieli altissimi messi però in orizzontale e ce li hai sopra la testa.
Abbiamo fatto un po' di conti, vagliato le nuove previsioni, ma iniziavamo ad essere a corto di tempo. Due notti a C2 ti logorano, non tanto per la quota -sei a circa 5500 mt- ma per il fatto di non poterti muovere e di dover star fermo in uno spazietto di due metri per due, ti debiliti e non recuperi. E in più iniziava anche a scarseggiare il cibo, non avevamo preventivato di star su così tanto tempo. Se le previsioni per il 21 fossero state soddisfacenti, avremmo provato a salire lo stesso, fatto una terza notte a C2 e spostato in avanti di un giorno il programma principale.
Ma le nuove previsioni non davano certezze oltre il 21".
Giampaolo Corona è istruttore di soccorso alpino, per cinque anni ha vissuto a Courmayeur dove ha conseguito il brevetto di guida e vanta diversi ottomila scalati in stile alpino.
"È un alpinista esperto e, come me, è anche una guida alpina, quindi è anche una figura professionale titolata e certificata, uno che sa il fatto suo", ricorda Moro.
"Ormai - spiega - siamo rimasti in pochi a non usare l'ossigeno supplementare, perché adesso qui è il pool delle spedizioni commerciali. Il livello di stanchezza tra una persona che usa l'ossigeno per scalare e uno che non lo usa è decisamente più marcato. La salita che lui ha fatto non può essere confrontata con quella degli altri perché lui è salito usando solo i suoi polmoni, invece gli altri hanno usato ossigeno e quindi arrivano in cima molto meno stanchi, riuscendo a gestire meglio anche la discesa. Però ovviamente l'alpinismo 'puro' non prevede l'utilizzo di ossigeno, e non era la prima volta che Giampaolo non lo usava".
Alle 13 locali di oggi la notizia che il mondo dell'alpinismo aspettava, dopo l'allarme: Corona viene visto scendere verso il campo 4. "Sto bene - ha detto al pilota dell'elicottero - e per ora non ho bisogno di alcun supporto".
Adesso l'attesa di tutti di poterlo riabbracciare, domani, al campo base, dopo l'intervento di recupero annunciato stasera da un report pubblicato su MontagnaTv.