«Sotto il ghiacciaio da giorni veri e propri torrenti d'acqua»
Lo rabbia e il dolore di Carlo Budel, gestore di Capanna Punta Penìa, citato dal Gazzettino: «È il giorno più brutto della mia vita. Basta, me ne voglio andare». Sempre più pressanti gli interrogativi sugli effetti dei cambiamenti climatici sulle Dolomiti e sui relativi rischi
CLIMA Fa troppo caldo, gli effetti dell'inquinamento sulle montagne
IL CROLLO Marmolada, sale a 20 il numero dei dispersi: ci sono anche trentini
TRENTO. «È il giorno più brutto della mia vita. È da giorni che sotto il ghiacciaio sento scorrere dei veri e propri torrenti d'acqua. Le alte temperature di queste settimane ne hanno seriamente compromesso l'accesso. E oggi ne abbiamo avuto la prova: un dramma accaduto peraltro di domenica alle 14, nel giorno-orario di punta assoluto. Basta, me ne voglio andare».
Colpiscono il dolore e la rabbia manifestati da Carlo Budel, gestore di Capanna Punta Penìa, sulla Marmolada, le cui parole sono state riportate dal quotidiano Il Gazzettino di Belluno.
Il rifugio si trova a poco distanza dall'area sotto Punta Rocca in cui si è staccata l'enorme torre di ghiacico che ha travolto decine di escursionisti facendo almeno sei vittime, venti dispersi e dieci feriti.
«Alcune le conoscevo. Una era mio amico, una guida alpina veneta. Sono sconvolto. Mollo tutto», ha aggiunto Budel, toccanto il nodo centrale e drammatico che riuguarda la sicurezza sulle Dolomiti, in questa fase di rapida e allarmante trasformazione climatica.
Il crollo di una torre di ghiaccio da Punta Rocca, ieri, 3 luglio, ha travolto gli alpinisti che si trovavano sulla via Normale del ghiacciaio. La scarica si è abbattuta su un'area sotto la cima dove si passa per salire o per scendere: sei i morti accertati, dieci i feriti e venti i dispersi.