E-bike e montagna, interviene la Sat: “Fenomeno che cresce esponenzialmente di anno in anno”
L’incontro “Montagna e bici: ambiente, sostenibilità, turismo” alla rassegna di Trento. La presidente della Sat: “Si tratta di riprendere le fila di un discorso iniziato ben vent’anni fa. È un ritorno al passato, con lo sguardo però rivolto saldamente al futuro. Promuovere un turismo responsabile”
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TRENTO. Il rapporto tra mountain bike, e-bike e montagna non è sempre stato facile. È possibile raggiungere un accordo convincente che possa trovare il giusto compromesso tra ambiente, sostenibilità e turismo? È possibile percorrere un “sentiero comune”, che permetta una collaborazione vantaggiosa per tutte le sue parti? A questi interrogativi ha risposto la Società degli alpinisti tridentini, impegnata a proseguire lo studio e la riflessione su di un fenomeno, quello della frequentazione della montagna anche con la bicicletta elettrica.
A parlarne nella sezione “Economia dei Territori” del Festival dell’Economia di Trento per il panel “Montagna e bici: ambiente, sostenibilità, turismo”, moderato da Pierangelo Soldavini, giornalista Il Sole 24 Ore, sono stati: Anna Facchini, presidente Sat; Umberto Martini, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese Unitn; Vittorio Menghini, responsabile prodotto bike Apt Val di Sole; Luca Bortolotti, vicepresidente Imba (International Mountain Bicycling Association Italia).
“Per Sat - dice Facchini - si tratta di riprendere le fila di un discorso iniziato ben vent’anni fa. È un ritorno al passato, con lo sguardo però rivolto saldamente al futuro. Era il 2010 quando si tenne la prima giornata di studi su questo tema. Da allora lo scopo di Sat rimane lo stesso: dare il giusto spazio ad un fenomeno che di anno in anno cresce esponenzialmente, adattando le riflessioni ai cambiamenti in atto tra sostenibilità, turismo, corretto utilizzo delle risorse, ambiente. È necessario fare ‘il punto della situazione’, raccogliere tutto ciò che è stato fatto in questi anni e ciò che ancora si può e si deve fare. Tra gli obiettivi vi è quello di creare progetti di sistema per una gestione coordinata del patrimonio montano promuovendo un turismo responsabile”.
Il professor Martini ha evidenziato che per garantire una pacifica convivenza tra portatori di interessi e quindi trovare soluzioni eque, è anzitutto necessario partire dalla consapevolezza del problema. “Serve uno sforzo ragionevole per trovare una sintesi – sostiene – non è facile lavorare mettendo insieme i diversi punti di vista, ma per arrivare a una ottimizzazione congiunta e non individuale si deve trovare il giusto incastro, perché, come succede nei puzzle, non è sufficiente avere tutti i pezzi”.
Di “gestione degli equilibri” ha parlato anche Menghini, presentando il progetto di sviluppo e condivisione tra portatori d’interesse della Val di Sole. “Stiamo lavorando su diversi tavoli di lavoro con il coinvolgimento di Comuni e Asuc, proprietari dei terreni, per implementare i territori bike. Con Sat c’è un confronto collaborativo. Ogni anno finanziamo la manutenzione dei percorsi bike e di trekking e stiamo investendo sulla segnaletica soprattutto quando si tratta di sentieri promiscui biker-pedoni”.
Ad aggiungersi la voce di Bortolotti riguardo la formazione e gestione. “Non è più pensabile lasciare la manutenzione solo in carico al volontariato che non può più sostenere il peso antropico che si riversa nei sentieri dovuto anche al fenomeno delle e-bike. La rete sentieristica nazionale è nata per esigenze di una economia rurale e montana praticamente estinta e non per una fruizione ricreativa. Quindi se da un lato servono cultura e formazione dall’altro serve gestione. Come Imba ci occupiamo di formazione per ridurre gli errori che si fanno sul territorio e al territorio, quando si vanno a modificare e manutentare i sentieri”.