Rifugi trentini, boom di presenze a settembre e ottobre: «Ma ci serve supporto per acqua e smaltimento rifiuti»
Un terzo delle strutture aperto anche d’inverno. Failoni: «Disegno di legge sulla montagna a 360°». L’ex gestore di Pian dei Fiacconi: «Noi dimenticati a tre anni dalla valanga»
TRENTO. Alla Provincia di Trento "chiediamo ulteriore supporto per le risorse idriche e per la consegna e lo smaltimento dei rifiuti". A dirlo, nel giorno in cui si traccia il bilancio dell'attività svolta nel 2023, è Roberta Silva, presidente dell'associazione Rifugi del Trentino.
La stagione estiva si è chiusa con numeri positivi. Nonostante un inizio che Silva ha definito "in sordina", con un giugno che ha registrato una flessione di presenze, gli accessi ai rifugi a luglio e agosto sono stati simili a quelli del 2022, mentre a settembre e ottobre è stato superato il numero di presenze dell'anno precedente. "Abbiamo perso un 5-10% di presenze a giugno - precisa la presidente dell'associazione Rifugi del Trentino - che però abbiamo recuperato nel mese di settembre". "Le presenze dei mercati esteri, soprattutto per i pernottamenti, sono state elevate, con una predominanza del mercato tedesco. Si stanno però affacciando anche gli Stati Uniti e persone che arrivano da oltreoceano", ha aggiunto Silva.
Il meteo favorevole di settembre e ottobre ha favorito un allungamento della stagione, che per i rifugi solitamente si chiude il 20 settembre: almeno un terzo delle 145 strutture presenti in provincia, cento delle quali sono socie dell'associazione Rifugi del Trentino, sono state aperte anche oltre quella data. Corrisponde sempre a un terzo delle strutture, secondo quanto riferisce Silva, il numero dei rifugi aperti anche d'inverno. Oltre alla bella stagione, sull'apertura a settembre e ottobre ha inciso, secondo la presidente di Rifugi del Trentino, la campagna di Trentino marketing per la destagionalizzazione del turismo. "Speriamo - ha concluso Roberta Silva - che questa destagionalizzazione sia supportata dalla presenza di strutture aperte a valle, che per ora carenti", ma che costituiscono dei "punti di appoggio fondamentali per noi e per un'offerta turistica più ampia e completa".
"La nostra volontà è provare a interloquire con tre o quattro dipartimenti diversi, con quattro assessorati diversi, per provare a mettere insieme un disegno di legge sulla montagna a 360 gradi che potrebbe veramente far fare un salto di qualità", ha detto l'assessore provinciale al turismo Roberto Failoni, intervenendo all'assemblea dell'associazione Rifugi del Trentino. Secondo quanto riferito dal dirigente del Servizio turismo Giorgio Cestari, la Provincia di Trento ha stanziato 3 milioni di euro all'anno, dal 2019 al 2023, per i rifugi. "Il mio servizio - ha aggiunto Cestari - adotta tra i 25 e i 35 provvedimenti all'anno" per i rifugi. A margine dell'incontro ha preso la parola anche Guido Trevisan, ex gestore del rifugio di Pian dei Fiacconi, in Marmolada, che a dicembre del 2020 è stato distrutto da una valanga. "A distanza di tre anni - ha detto - non ho avuto nessuna risposta. Le uniche informazioni che ho avuto le ho apprese dai giornali, che hanno segnalato che il mio rifugio verrà espropriato, demolito e rimosso. Ad oggi non è stata riconosciuta la calamità naturale e non ho avuto indennizzi". "Credo che la settimana prossima le potrò dare qualche risposta", gli ha risposto Failoni.