Orsi e lupi? Non aumenteranno, ma la gente ha cambiato idea. Parla il dirigente Groff
L’opinione pubblica è “satura”, così come il territorio. Infatti gli orsi si espandono a ovest e i lupi sono ovunque con 29 branchi. E adesso arriva lo sciacallo dorato (ma è un grande carnivoro oppure no?)
TRENTO. «Orsi e lupi non aumenteranno ancora molto nei numeri, il loro habitat è già saturo». Claudio Groff, coordinatore del settore grandi carnivori per il Servizio faunistico della Provincia Autonoma di Trento, rassicura sull'ulteriore incremento numerico delle specie che destano maggiore preoccupazione. «Per quanto riguarda i lupi si contano già 29 branchi in Trentino e coprono quasi tutto il territorio provinciale, rimane scoperta solo la zona sudorientale - ha spiegato l'esperto - Lo stesso vale per l'orso che si concentra nel Trentino occidentale nel numero di un centinaio di esemplari, è possibile che cerchi nuovi areali da occupare, non a caso sono stati registrati i primi sconfinamenti di orsi nella provincia di Brescia».
Claudio Groff è intervenuto nei gioirni scorsi alla sede Sosat di Trento per il ciclo di seminari culturali "Sosat incontra". Groff ritiene che la "sopportazione" della popolazione sia giunta ad un limite: «Nell'opinione pubblica la saturazione è già stata superata. Quando si è progettato il ripopolamento degli orsi si è stabilito un patto sociale con la popolazione, che aveva espresso in un sondaggio Doxa il proprio sostegno alla reintroduzione dell'orso, ma nei limiti di ciò che è tollerabile in termini di sicurezza. Il patto sociale va rispettato», ha indicato Groff.
Per contenere il numero di orsi, Groff si dice favorevole alla possibilità di catturare ed abbattere gli esemplari pericolosi: «È ciò che consente la norma europea - indica l'esperto - Difficile invece è pensare a vere e proprie cacce di selezione, contrarie alla legge che indica i grandi carnivori come specie protetta».
Ma un'azione di contenimento va comunque pensata per evitare che prenda piede il bracconaggio: «Ci viene indicato l'Abruzzo come modello di convivenza dell'uomo con l'orso, ma in Abruzzo il bracconaggio è molto diffuso - indica Groff - Ad essere eliminati sono gli orsi più confidenti, quelli che non hanno paura a mostrarsi. Ciò ha portato ad una sorta di selezione, per cui a diventare dominanti sono gli animali più timidi e mansueti».
Groff non ritiene che la presenza dell'orso sia stata particolarmente "promossa" per un tornaconto turistico teso a veicolare l'immagine di un Trentino "incontaminato": «Il Trentino non ha bisogno di questo stratagemma, ci sono state alcune operazioni di marketing, ma in misura ridotta. Altrove l'investimento è stato ben maggiore, si pensi all'Abruzzo e ai Pirenei, aree meno ricche che hanno bisogno di questo volano turistico».
Non solo orsi e lupi (e in misura molto minore la lince), Groff ha indicato come sulle Alpi orientali sia arrivato un nuovo carnivoro, anche se di piccole dimensioni: «È lo sciacallo dorato, originario dei Balcani - spiega Groff - Negli ultimi vent'anni il suo habitat si è espanso enormemente, arrivando fino all'Appennino e nel Nord Europa fino al Mar Baltico. Ma le sue piccole dimensioni rendono dibattuta la sua appartenenza alla classe dei grandi carnivori».