La Sat: “Preoccupano la crisi idrica e la poca prudenza di chi va in montagna"
Il bilancio di fine stagione: "Nonostante la grande presenza di neve di inizio stagione e la pioggia che c'è stata praticamente tutta la parte iniziale dell'estate, i rifugi continuano ad avere problemi idrici. Sempre più frequentemente passiamo dal non avere acqua all'averne troppa quando non serve”
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TRENTO. Un inizio stagione difficile, caratterizzato da pioggia e maltempo, non ha precluso la buona affluenza nei rifugi Sat, soprattutto ad alta quota, anche se con un leggero calo. L'allungamento della stagione a settembre - sottolinea una nota di Sat - sta diventando sempre più interessante per alcune strutture, compatibilmente con gli accessi e le disponibilità idriche. Quest'ultimo aspetto - l'approvvigionamento idrico - è quello che più preoccupa per la tenuta dei rifugi, insieme alla loro riqualificazione. Questi sono solo alcuni dei punti emersi nel bilancio di fine stagione presentato da Sat in conferenza stampa analizzando l'estate 2024.
"Abbiamo avuto un piccolo calo di frequentazione su tutti i rifugi a causa della pioggia nella fase iniziale della stagione, quindi a giugno e luglio, mentre poi con agosto e settembre i pernottamenti registrati sono aumentati soprattutto nei rifugi in alta quota. Complessivamente possiamo dire che la frequentazione delle nostre case alte non solo ha recuperato nei numeri rispetto alla stagione pre Covid, ma sono aumentati i soci tesserati Cai e Sat. In lieve flessione i non soci, un dato che però va letto tenendo conto dell'aumento dei tesserati che frequentano le strutture", commenta il presidente Sat, Cristian Ferrari. Sul fronte delle criticità in primo piano resta la frequentazione della montagna.
"Soprattutto a inizio anno - prosegue Ferrari - abbiamo posto attenzione agli accessi ai rifugi più alti con sentieri innevati e ghiacciati. Resta un tema la prudenza in montagna, la conoscenza di capacità e limiti, l'utilizzo di abbigliamento e attrezzature adatte". Non da ultimo la crisi idrica che coinvolge i rifugi.
"Nonostante la grande presenza di neve di inizio stagione e la pioggia che c'è stata praticamente tutta la parte iniziale dell'estate - ha spiegato Ferrari - i rifugi continuano ad avere problemi idrici. Le sorgenti di approvvigionamento spesso non sono sufficienti all'aumentato fabbisogno. Sempre più frequentemente passiamo dal non avere acqua all'averne troppa quando non serve. Gli sforzi che la Sat sta compiendo si muovono sempre più nella direzione del consapevole risparmio d'acqua. Andando a monte del problema della ricerca di fonti alternative si sono installati anche sistemi di recupero delle acque grigie e delle piovane, da riutilizzare negli scarichi dei servizi igienici, è stato adottato il rubinetto "a risparmio d'acqua" e la limitazione sull'impiego delle docce, e sono stati previsti i cosiddetti "servizi a secco" nei rifugi più densamente frequentati".
Tema, questo dell'emergenza idrica nei rifugi, affrontato anche dalla mostra realizzata dalla Biblioteca della Montagna-Sat, con il sostegno della Fondazione Dolomiti Unesco "Le nostre assetate case sui Monti. I rifugi della Sat in area dolomitica, storia e attualità dell'approvvigionamento idrico".