Quasi 65 mila pernottamenti nei 35 rifugi trentini della Sat: +13% rispetto al 2019
I dati relativi al periodo tra gennaio e settembre di quest'anno sono particolarmente incoraggianti, nonostante un inizio di stagione difficile a causa del meteo. Rispetto a prima della pandemia, si è registrato un incremento di presenze di quasi 8 mila unità
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TRENTO. Nonostante il maltempo di giugno e il meteo incerto di luglio, la Sat e i rifugisti possono dirsi soddisfatti: le presenze nelle 35 strutture di montagna sotto la gestione della società - bisogna tuttavia sottolineare che per il rifugio Pedrotti-Tosa sono stati considerati pernottamenti come l'anno 2023 per via di lavori attualmente in corso e dunque per non incidere negativamente e "falsare" le statistiche, mentre il rifugio Tonini non è stato considerato - hanno segnato tra gennaio e settembre di quest'anno un incoraggiante +13,3% rispetto addirittura al 2019, dunque il periodo pre-Covid, con un totale di pernottamenti pari a 64.934 contro i 57.325 di cinque anni fa.
E si registra anche un'inversione di tendenza: se infatti nel 2019 i pernottamenti presso i rifugi classificati come A e B (cioè rispettivamente quelli raggiungibili semplicemente con l'auto o con un impianto di risalita) sono stati 1.172, nel 2024 si sono fermati a 924 con un calo del 21, 2%. Di contro, i pernottamenti nei rifugi C (12 in tutto e con un dislivello inferiore agli 800 metri) sono aumentati del 12, 9% e cioè da 20. 945 a 23. 655, quelli nei rifugi D (18 in tutto con dislivello compreso tra 800 e 1. 400 metri) sono saliti del 14, 6% da 33. 919 a 38. 888 ed infine in quelli nei rifugi E (con dislivello superiore ai 1. 400 metri) si è passati da 1. 289 pernottamenti a 1. 467, con un aumento percentuale di 13, 8 punti.
Nello specifico delle mensilità, la stagione in montagna è partita in giugno con circa cinquemila presenze, poche visto il maltempo del periodo. In luglio la situazione è andata migliorando con pernottamenti definiti "globalmente sopra la media" e attorno ai 22 mila ospiti.
Agosto ha rappresentato il culmine, con 25 mila presenze, mentre in settembre si è tornati a circa metà, ovvero 12 mila. Numeri comunque molto positivi perché indicano anche un allungamento della stagione, che potrebbe favorire le attività dei rifugisti.
Confrontando 2023 e 2024 nei mesi estivi, i dati sono incoraggianti anche se presentano degli alti e bassi. Nei rifugi di tipo A e B nel 2023 si contavano in giugno lo 0, 8% dei pernottamenti, arrivati all'1,9% nel 2024, mentre si è registrato un -0, 5% in luglio ed un -0,7% in agosto, salvo poi passare dallo 0, 4% all'1% nel mese di settembre.
Decisamente più impattante però l'apporto, in termini di pernottamenti, dei rifugi C e D, che da soli coprono 30 delle 35 strutture. In quelli C si sono registrati il 49% dei pernottamenti nel giugno 2024 contro il 42, 5% del 2023, mentre a trainare i mesi centrali dell'estate sono stati quelli D: in luglio si è passati dal 57, 5% di pernottamenti del 2023 contro il 59, 5% di quest'anno, mentre in agosto dal 59, 6% al 62, 6%.
Insomma, con il passare delle settimane sono aumentati gli spostamenti verso i rifugi di alta quota, una frequentazione che ha visto grande presenza dei soci di Sat a dimostrazione di come siano effettivamente loro i primi ad interessarsi alla montagna. Leggera flessione, infine, per quanto riguarda le presenze di giovani sotto i 24 anni.
[nella foto, il rifugio Sat Nino Pernici, nelle Alpi di Ledro, a quota 1.600]