Violenza sessuale, si batte ogni pista Il questore valuta la sospensione della licenza al locale dell'aggressione

Testimonianze, immagini, analisi delle telecamere di videosorveglianza all’esterno del locale e nel centro di Trento: gli investigatori della squadra mobile, coordinati dalla Procura, stanno battendo ogni pista per dare un’identità all’individuo che ha immobilizzato una studentessa ventenne nei bagni di un locale pubblico e ha abusato di lei.

La violenza sessuale, reato per il quale procede la polizia, è avvenuta verso l’orario di chiusura, attorno alle tre di martedì notte. La vittima, una universitaria straniera che si trova a Trento nell’ambito di un progetto internazionale, ha raccontato di essere andata alla toilette prima di tornare a casa e lì, all’interno del bagno, di essere stata immobilizzata da uno sconosciuto che l’ha costretta ad un rapporto sessuale da lei né cercato né voluto.

Sono stati attimi di puro terrore, di angoscia e anche di vergogna: la vittima, sotto shock, non è riuscita a dare l’allarme subito, ma solamente quando è arrivata nell’alloggio che convidide con altri studenti si è sfogata e, supportata dagli amici, ha deciso di chiamare la polizia. La giovane è stata visitata al pronto soccorso e dimessa con prognosi di due giorni. Ora si attendono gli esami di laboratorio per ricostruire il Dna dell’aggressore. Ma prima di tutto occorre dare un nome ed un cognome all’individuo che la vittima ha detto di non conoscere.

Gli investigatori, dopo aver raccolto la denuncia della studentessa, hanno sentito la testimonianza di numerose persone, dai clienti presenti quella sera nel locale agli amici della vittima, dai responsabili del bar agli uomini della vigilanza.

Il questore Giuseppe Garramone, che da lunedì ricoprirà un nuovo incarico a Roma, ipotizza anche la sospensione della licenza del locale per motivi di ordine pubblico e di sicurezza «qualora, al termine delle indagini, vengano riscontrate responsabilità nella gestione».

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