Orari di lavoro prolungati in Provincia Sindacati uniti contro Fugatti e Spinelli «Ci prendono in giro: stato di agitazione»

Durissima presa di posizione di Cgil, Cisl, Uil, tramite i relativi segretari della funzione pubblica, e Fenalt, contro la Provincia sulla questione del prolungamento degli orari e del rientro forzoso dal telelavoro.

Una nota firmata dai segretari di categoria dei sindacati confederali, Luigi Diaspro, Marcella Tomasi e Beppe Pallanch, e dal numero uno Fenalt Maurizio Valentinotti, si annunciano lo stato di agitazione e un'assemblea il primo luglio a Trento, contro le «forzature del presidente Fugatti e gli atteggiamenti dell'assessore Spinelli».

Sembra insomma arrivare al dunque lo scontro tra le visioni proprie del centrodestra e delle rappresentanze sindacali sul ruolo del lavoro pubblico e sulle condizioni in cui svolgerlo.

Intanto scatta subito lo stato di agitazione, in vista di un'assemblea convocata a Trento il 1° luglio. Nel frattempo si stanno elaborando altre forme di denuncia, comprese azioni di boicottaggio commerciale, perché si ritiene che il brusco rientro dal telelavoro, non concordato con le rappresentanze dei lavoratori, sia legato al tentativo di restituire rapidamente ai commercianti di Trento gli introiti derivanti dalla presenza in città dei dipendenti provinciali.

«La giunta - si legge nella nota sindacale congiunta - non ha ascoltato il sindacato e l’assessore Spinelli, che ci ha ricevuti al termine della manifestazione di protesta di venerdì scorso, quando diceva “intanto tiriamo la corda ancora un po’!” giocava come il gatto col topo, perché la delibera di giunta per riorganizzare la Pat e prolungare gli orari sino alle 19.30 e al sabato mattina era in dirittura d’arrivo. Incontro inutile, una presa in giro. L’ennesima.

Puntuale è arrivata anche la Circolare del Dirigente Fedrigotti che, a partire dal 29 giugno, prevede il rientro di tutto il personale, in modalità alternata.

Si tratta di provvedimenti molto gravi per vari motivi.
Perché escludono le rappresentanze dei lavoratori dal confronto e intervengono in modo unilaterale sul rapporto di lavoro e sulla riorganizzazione dei servizi, a dispetto di quanto previsto anche dai Protocolli sottoscritti col Sindacato;

Perché sono immotivati, fondati su presupposti assolutamente generici, privi di approfondimenti e dati su necessità effettive relative a servizi indifferibili da rendere in presenza per le attività di supporto alle imprese e ai cittadini nella fase di ripresa, con l’attivazione di orari straordinari serali e di sabato;

Perché non servono né ai cittadini né alle imprese, che non hanno affatto bisogno di presenziare fisicamente gli uffici provinciali la sera e il sabato, ma hanno invece bisogno di una P.A. tecnologicamente avanzata, di risposte tempestive e di qualità, in modalità infotelematiche;

Perché sono contraddittori, in quanto richiamano il carattere di urgenza legata all’emergenza sanitaria che richiederebbe, al contrario e come previsto da norme e protocolli nazionali e locali, l’adozione del lavoro agile come modalità ordinaria di lavoro nelle PP.AA. almeno sino al 31 luglio, per contenere il rischio contagio da Covid-19;

Perché non tengono in alcuna considerazione le ricadute sui tempi di conciliazione dei dipendenti, le cui difficoltà nella gestione e nell’accudimento di figli e/o anziani dovrebbero essere ben presenti a una giunta tuttora alle prese con la questione della riapertura di nidi e materne, proiettata nell’imminenza del periodo estivo. O s’immagina che i dipendenti pubblici non abbiano di questi problemi?

Per queste ragioni Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Fenalt chiedono di bloccare questa follia e contestano la definizione di “privilegiati e fannulloni” fatta nei confronti dei dipendenti pubblici anche da questa Giunta provinciale: i dipendenti in smart working hanno garantito tutti i servizi pubblici nel periodo di lockdown ai cittadini trentini, riorganizzandosi nel giro di 1 settimana autonomamente e con mezzi propri. Lo hanno fatto garantendo qualità, capacità di adattamento e tempestività, molto spesso a proprie spese: oggi da amministrazione modello sul territorio diventano improvvisamente parassiti e privilegiati, i nuovi nemici da indicare al pubblico ludibrio per puro consenso elettorale: tutto questo è inaccettabile.

Da qui le seguenti azioni di protesta: dichiarazione dello stato di mobilitazione del personale; impugnazione della delibera n. 822 del 19 giugno e della circolare n. 6 del 22 giugno per carenza e contraddittorietà delle motivazioni, contrasto con le norme per la sicurezza Covid-19, condotta antisindacale verifica delle condizioni del mantenimento del marchio “Family Audit” a causa dell’introduzione – da parte del datore di lavoro - di misure che contrastano coi fini e gli obiettivi di conciliazione famiglia-lavoro, presupposti fondamentali per il riconoscimento del marchio

Inoltre,  le seguenti richieste/proposte: attivazione di un tavolo di confronto sindacale sul tema della riorganizzazione della P.A. trentina in fase di ripartenza delle attività economiche e produttive; individuazione delle attività indifferibili da rendere in presenza compatibilmente e in osservanza delle misure di prevenzione e sicurezza; valorizzazione del lavoro agile per maggiore qualità e tempestività nell’erogazione dei servizi, innovazione tecnologica, semplificazione delle procedure, conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, riduzione di spazi e consumi da parte della P.A., limitazione degli spostamenti e dell’inquinamento ambientale sul territorio; attuazione di quanto la stessa Pat propugnava in una nota - 14 maggio 2020, in piena pandemia - rivolta ai Dirigenti poi completamente stravolta dalle attuali delibere: “rivedere il concetto stesso di rapporto di lavoro abbandonando un paradigma basato su gerarchia/controllo/presenza oraria per orientarsi a autonomia/responsabilità/risultato, in una parola reale meritocrazia e produttività; noi aggiungeremmo fiducia e riconoscimento delle professionalità e competenze, un nuovo smart working che preveda un progressivo, costante e inevitabile adattamento a nuovi “stili” di vita delle persone e dell’organizzazione partendo dalla constatazione che, nel breve, per diversi mesi il lavoro agile continuerà a essere una modalità importante di lavoro; dobbiamo pertanto renderla una modalità più efficiente, produttiva e integrata con le altre modalità (on site o altro) che saranno opportune e necessarie, a beneficio in primo luogo del cittadino; rifinanziamento del contratto collettivo provinciale.

Per queste ragioni vogliamo sentire in un’assemblea unitaria dei dipendenti della Provincia e degli enti strumentali in presenza il 1° luglio alle 11, alla sala della Cooperazione a Trento, in via Segantini».

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