Quanto è bello festeggiare con la mente al passato

La lettera al direttore

Quanto è bello festeggiare con la mente al passato

Caro direttore, «Festeggiare con la mente al passato» può sembrare il titolo di una delle numerose pagine del diario che raccoglie - assieme a tantissime foto - il racconto degli eventi più importanti della mia vita fin da quando sono nato. Invece, “festeggiare con la mente rivolta al passato” è un momento di riflessione che mi sono imposto in seguito ad un avvenimento importante come il mio ultimo compleanno. Psicologicamente mi trovo in una situazione molto simile a quanto è accaduto alcuni mesi fa. Ero in seggiovia, a Solda, assieme ad alcuni amici. Ammiravo la cima dell’Ortles che da giovane avevo scalato e, d’un tratto, mi è sembrato di essere una persona diversa da quella che tanti anni prima aveva raggiunto quella splendida vetta. Ed è proprio la sensazione che provo adesso, ripensando a questo importante traguardo: è come rivedere, quasi fosse un film, tutti gli avvenimenti di questi anni e le emozioni che li hanno accompagnati. E mentre le immagini scorrono nella mia mente, mi ritrovo a pensare, con un po’ di rammarico, che non sempre sono riuscito ad apprezzare fino in fondo tutto quello che di bello la vita mi ha regalato. Ricordo, ad esempio, l’emozione provata nel vedere i grattacieli quando da giovane io, che arrivavo da una cittadina grande come un francobollo, ho visitato New York. Ma non dimentico neppure le meravigliose sensazioni provate visitando le cascate del Niagara e le piramidi Maya, o ammirando un’alba a 10.000 metri di quota. E ancora: l’adrenalina che sentivo dentro quando ho raggiunto la cima del Monte Bianco o la magia che sa regalarti un’immersione a 50 metri di profondità, con un raggio di sole che trafigge il buio e svela i meravigliosi colori di una miriade di creature marine. Ma anche adesso, che la mia vita scorre più tranquilla, faccio in modo che ogni giorno rappresenti una sfida da affrontare: lavoro usando il computer e lo smartphone, anche se alla mia età non è così scontato. Ma non mi arrendo, perché mi piace essere al passo con i tempi e imparare cose nuove. E poi ho sempre pensato che c’è un solo modo per fare le cose: farle. Per questo, per me, ogni giorno rappresenta un nuovo inizio, l’occasione per fare qualcosa di diverso.
Ammetto di essere anche molto fortunato: tranne qualche piccolo acciacco, godo di buona salute e questo mi permette di fare cose che i miei coetanei o persone anche più giovani non sempre riescono a fare. E, se mi chiedono quanti anni ho, rispondo con un sorriso. In quel sorriso c’è tutta la mia vita e tutto il bello che ho vissuto. In tanti mi dicono che vorrebbero arrivare alla mia età così come ci sono arrivato io: penso che non ci sia complimento più gratificante ed auguro a tutti che possa essere davvero così.

Renzo Gretter


 

 

La vita va assaporata di giorno in giorno

Bello questo suo approccio alla vita, agli anni che passano, ai ricordi certo fuori dal comune. C’è un solo modo per affrontare la vita, mi vien da risponderle: viverla. Assaporarla di giorno in giorno, fermarla nella filigrana della memoria. Non tutti hanno la stessa fortuna, non tutti possono vedere o visitare i luoghi che lei ha scoperto e frequentato, non tutti riescono a ricordare così bene i frammenti della loro esistenza, ma tutti possono avere un approccio simile al suo: l’atteggiamento di chi sa godersi ogni giornata e di chi, in un certo senso, mette ogni attimo che vive nella gerla dei ricordi più belli, in quel luogo della nostra testa nel quale tutto, alla faccia del tempo che passa, assume un sapore dolce, immortale, vivido.

a.faustini@ladige.it

(Foto Paolo Gabrielli)

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