Il genetista Zollo: «In attesa dei dati scientifici è giusta la cautela contro le varianti del virus. Bisogna studiarle di più anche in Italia»
“Penso che dovremmo essere cauti in quanto non ci sono ancora risultati che abbiano superato il vaglio della comunità scientifica, ma è vero che tutti coloro che lavorano sul problema stanno identificando dati che vanno nella direzione indicata dalla cancelliera Merkel”,
Lo ha detto il genetista Massimo Zollo dell'Università Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge-Biotecnologie avanzate. “Quindi - ha osservato - è giusto che un politico come Angela Merkel lanci un allarme sulle varianti del virus SarsCoV2: indica una direzione affinché la ricerca possa dimostrare che è una strada da bloccare”, ma sono ancora invia di pubblicazione dati certi sulla circolazione delle tre varianti del virus in Italia, ossia l’inglese, la brasiliana e la sudafricana.
“Al momento – ha proseguito - si può solo ipotizzare che le tre varianti siano più aggressive per il fatto che il virus non lo stiamo ancora debellando” e si sa che “la propagazione di questo virus è tale che, grazie alle mutazioni, è più efficiente nell’infettare l’uomo. Da tempo diciamo che le varianti, di questo come di tutti i virus, sono un problema: per questo si deve insistere nella ricerca, e nella ricerca delle varianti”.
Intanto si attendono i dati certificati dalla comunità scientifica, i primi dei quali sono attesi per il prossimo mese o due.
“Il problema è riuscire a identificare le varianti rapidamente e trovare le contromisure”.
La parola d’ordine è “diagnostica avanzata molecolare e sequenziamento”: bisogna raccogliere quante più possibile sequenze del patrimonio genetico del virus SarsCoV2 per capire come sta cambiando.
“Per fare questo serve una rete di eccellenza che comprenda pochi centri pubblici e non ospedali da mettere in rete con piattaforme tecnologiche di sequenziamento genomico avanzato e con personale altamente qualificato, che abbiamo competenze e strumentazione adeguate”, osserva l’esperto.
“In Italia ce ne sono e in numero sufficiente, ma ci sono purtroppo divisioni e rivalità che bisognerebbe eliminare. È tutto da costruire”