"Rock Time", i Wise svettano nel concorso anni '60
I Wise hanno messo il loro sigillo sulla quarta edizione di «Rock Time» . La giovane band di Riva del Garda ha vinto la finalissima del contest legato agli anni Sessanta ed organizzato dalla Street Music di Dario Turco; finalissima che si è svolta al «Gulliver» di San Cristoforo al lago. Un atto conclusivo davvero di alto livello a cui erano approdati, oltre ai Wise, i Marones, Teddy Pilchards, Un giorno di ordinaria follia e Wooden Collective Trio: gruppi con attitudini sonore assai diverse fra loro, ma tutti capaci di mettere in evidenza un notevole spessore nelle loro differenti performance
I Wise hanno messo il loro sigillo sulla quarta edizione di «Rock Time» . La giovane band di Riva del Garda ha vinto la finalissima del contest legato agli anni Sessanta ed organizzato dalla Street Music di Dario Turco; finalissima che si è svolta al «Gulliver» di San Cristoforo al lago.
Un atto conclusivo davvero di alto livello a cui erano approdati, oltre ai Wise, i Marones, Teddy Pilchards, Un giorno di ordinaria follia e Wooden Collective Trio: gruppi con attitudini sonore assai diverse fra loro, ma tutti capaci di mettere in evidenza un notevole spessore nelle loro differenti performance.
Ad aprire la serata proprio i Wise (foto) , quartetto che sa intrecciare alla perfezione le diverse voci dei suoi componenti per dare spazio a quella incisiva e morbida insieme di Pietro Porretto. La band si ispira alla lezione del folk rock più classico, e parliamo di Csn e Neil Young, ma anche a quella di gruppi delle nuove leve come i Fleet Foxes - di cui hanno proposto la stupenda «Mykonos» - e i Mumford And Sons di «Little Lion Man». Nel loro set alcuni pezzi originali che i ragazzi stanno registrando negli studi di Sirio Pivetti e che faranno parte del loro primo cd la cui uscita dovrebbe essere imminente: su tutti «All in me» e «Old Fear» dall'incedere epico e sognante.
Seconda posizione per i Teddy Pilchards , anche qui con un premio da spendere negli studi Discograficamente di Luca Valentini, come nel caso dei vincitori. La band di Trento ha dimostrato la sua innata passione per l'indie rock inglese declinato sotto i nomi di Arctic Monleys, di cui hanno suonato «When the Sun goes down», e dei Black Keys con «Lonely Boy». La voce di Jacopo Brunelli colpisce nel segno anche con le tre cover scelte per il contest, su tutte «You really got me» dei Kinks e «Who are you», classico degli Who. Adesso ci piacerebbe poterli ascoltare con qualche pezzo originale, ovviamente in «british style».
Davvero corroborante la performance dei Marones , la punk band di Ravina che ha triturato in grande stile il Ramones sound. Tanta energia nelle loro cover della mitica band americana dei fratelloni Ramone, cover suonate da Mariano Pedrolli, Michele Viganò, Michele Ianes e Patrick Modellato che hanno proposto anche due classici come «Sheena is a Punk Rocker» e «Surfin' Bird». Il tutto senza dimenticare le cover di «California Sun» di Annette Funiciello e di «Somebody to Love» dei Jefferson Airplane, entrambe nella versione targata Ramones.
Premio della critica per i padovani Un giorno di ordinaria follia che hanno rubato il loro nome al cult movie con Micheal Douglas da cui hanno tratto evidentemente anche una furiosa energia rockettara. Le loro versioni di «Helter Skelter» dei Beatles e di «Born on the bayou» dei Creedence sono state fre le cose più originali e coraggiose che abbiamo ascoltato in questa quarta edizione di «Rock Time».
Ultimi sul palco del Gulliver i Wooden Collective , ormai una garanzia per chi ama il folk rock che i tre musicisti maneggiano con grande abilità. Nella loro scaletta la deliziosa «Rainy may» accanto a «Norwegian Wood», «Being awesome is awesome», «Mary Anne with the shaky hand» e a quella «Nessie» che dovrebbe far parte del loro secondo album, previsto per questo 2013.