Battiato filosofo ironico emoziona a Mezzocorona
Trionfo per Battiato, l'altroieri sera al Palarotari di Mezzocorona per un concerto che ha confermato tutto il carisma dell'artista siciliano che nel finale del live ha chiamato a sè il pubblico sotto il palco a cantare prima "Voglio vederti danzare" e poi nel bis "Cucurrucucu". Fra i momenti più gustosi della serata l'escuzione di "Up Patriots To Arms" canzone targata 1980 con quei versi «L'Impero della musica è giunto fino a noi carico di menzogne, mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli addetti alla cultura...» accompagnati dall'artista con un sorriso visto che da alcuni mesi anche lui è diventato uno dei biasimati asessori alla cultura per la regione Sicilia
Trionfo per Battiato, l'altroieri sera al Palarotari di Mezzocorona gremito di gente, per un concerto che ha confermato tutto il carisma dell'artista siciliano che nel finale del live ha chiamato a sé il pubblico sotto il palco a cantare prima "Voglio vederti danzare" e poi nel bis "Cucurrucucu". Fra i momenti più gustosi della serata l'escuzione di "Up Patriots To Arms" canzone targata 1980 con quei versi «L'Impero della musica è giunto fino a noi carico di menzogne, mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli addetti alla cultura...» accompagnati dall'artista con un sorriso visto che da alcuni mesi anche lui è diventato uno dei biasimati asessori alla cultura per la regione Sicilia.
Simpatica poi la sua battuta sul Palarotari di Mezzocorona una struttura di certo non pensata per la musica e gli spettacoli ma con un'acustica, giusto sottolinearlo, più che dignitosa. Battiato verso la fine del concerto non si è trattentuto: "Devo dire che questo teatro è proprio strano non me ne voglia l'architetto che l'ha progettato. Certo mi è capitato anche di cantare in location peggiori come quando mi sono esibito praticamente su un palco messo fra due teatri e sono stato costretto in maniera alternata a dare il deretano ad una parte e all'altra del pubblico!".
Ci sono tantissime cose nelle canzoni di Franco Battiato , e anche «Apriti Sesamo» è un disco fitto di riferimenti e spunti: quelli legati a santa Teresa D'Avila, oppure al compositore e sacerdote barocco Stefano Landi o ancora all'operista tedesco Christoph Willibald Gluck e al poeta arabo-siciliano Ibn Hamdis. Figure presenti nei brani dell'album che ha fatto da filo conduttore all'emozionante concerto.
Un Battiato serafico e sornione nel suo approccio al live, ma sempre attento e anche divertito nel vedere la risposta entusiastica della platea e gli applausi scroscianti alla fine di ogni esecuzione.
La prima parte del concerto è quasi interamente dedicata al nuovo album, a partire da «Un irresistibile richiamo» , «Quando ero giovane» - in cui l'artista ricorda i suoi primi live in improbabili balere milanesi - e «Eri con me», uno dei pezzi più stranianti e profondi del cd.
Battiato canta seduto su un grande «puff» coperto da un tappeto orientale e «dirige» la band e i musicisti dell'orchestra Nuovo Quartetto Italiano attraverso i passaggi di «Passacaglia», «La polvere del branco», «Testamento» e «Il serpente».
Le sue radici siciliane e i loro colori emergono in «Aurora» e «Caliti junku» , cantata proprio nel dialetto dell'isola.
I toni si fanno più rarefatti in «Danza 1», brano tratto dall'opera dedicata a Telesio, seguito da «La stagione dell'amore» e «La cura». Nella lunga scaletta del concerto ci sono molti dei suoi classici, come «E ti vengo a cercare», «Lode all'inviolato», «Bandiera bianca» e «L'era del cinghiale bianco», senza dimenticare «Mesopotamia» e «Voglio vederti danzare».
Ma la chicca della serata, per coloro che lo seguono dalle origini, è il particolare medley targato anni Settanta, in cui si intrecciano le auliche «Da Oriente a Occidente» , «Aria di rivoluzione» e «Propiedad prohibidad».