Il Book Festival inizia con Travaglio

«Decostruire l'indifferenza» è il manifesto di cui si farà portavoce «Trentino Book Festival», la kermesse letteraria giunta alla terza edizione, che nel prossimo fine settimana riempirà le strade e le piazze di Caldonazzo. L'appuntamento è la conferma della tradizione di Tbf, quella di portare la cultura direttamente nelle mani del pubblico più di quanto possono fare la televisione e la carta stampata

di Nicoletta Brandalise

«Decostruire l'indifferenza» è il manifesto di cui si farà portavoce «Trentino Book Festival», la kermesse letteraria giunta alla terza edizione, che nel prossimo fine settimana riempirà le strade e le piazze di Caldonazzo. L'appuntamento è la conferma della tradizione di Tbf, quella di portare la cultura direttamente nelle mani del pubblico più di quanto possono fare la televisione e la carta stampata. Dire libri e autori di calibro, come Marco Travaglio, Boris Pahor, Antonella Boralevi e Corrado Augias è riduttivo. Meglio invece pensare ad una rilettura di temi sociali e d'attualità ad ampio raggio, declinati attraverso la poesia, il teatro e la scrittura in un momento in cui la crisi non è solo economica ma investe pesantemente relazioni, principi, civiltà e valori.
Diecimila i visitatori lo scorso anno con il coinvolgimento di molti privati e la collaborazione attiva di tutte le associazioni di Caldonazzo. Pino Loperfido e l'ideatore e iol direttore artistico della manifestazione.
 Loperfido, quale cultura muove i passi delle persone?
 «È un fenomeno inversamente proporzionale alla galassia della crisi economica. La difficoltà per il lavoro e in generale per il quotidiano, porta ciascuno di noi a cercare il proprio simile. Un evento come questo offre molte opportunità per superare l'isolamento in cui siamo stati confinati. Ai libri poi chiediamo qualcosa che parli di noi, che ci identifichi».
 Spesso trovando le risposte. Potremo dunque dire che la cultura di oggi è il prodotto della crisi.
 «Dell'indifferenza prima di tutto. Il programma di quest'anno è un'offerta variegata di temi forti, affrontati da nomi di grossa caratura».
 Quale criterio è stato adottato per la scelta degli autori e di ogni evento che costruisce il festival?
 «È una sorta di piccola magia che ha messo insieme tutto quello che forma la nostra proposta quasi autonomamente. Abbiamo cercato noi i protagonisti, ma siamo stati anche contattati».
 Il lavoro portato a termine con successo nelle altre edizioni ha costituito un viatico che ha valicato l'iniziale diffidenza verso il festival che è partito dalla Valsugana, definita terra arida e svantaggiata da molti punti di vista.
 «Dire turismo per il Trentino è pensare principalmente ai posti letto negli alberghi. Noi abbiamo provato a fare qualcosa di diverso. Un passo per aprire nuove strade poi tra qualche tempo verrà anche il resto».
Trentino Book Festival inaugura la prima giornata domani con Marco Travaglio (ore 18) che dal palco del palazzetto racconterà la sua esperienza al «Fatto Quotidiano». Il giornalista scrittore e saggista, autore di numerosi successi editoriali, è noto per essersi occupato della corruzione che prolifera e radica nella politica italiana. È stato allievo di Indro Montanelli prima al «Il Giornale» nel 1987 e poi a «La Voce». Ha transitato nelle più importanti testate italiane per approdare infine come vice direttore al «Fatto Quotidiano». Giornalista pressoché sconosciuto divenne famoso al pubblico televisivo nel 2001, per la celeberrima intervista al Satyricon di Daniele Luttazzi con la presentazione del suo libro inchiesta «L'odore dei soldi» in cui chiese conto delle fortune accumulate dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi. L'ardire in diretta televisiva gli valse otto cause civili per danni, tutte respinte al mittente. Dichiaratamente liberale, «ma non di sinistra», Travaglio si impegna «nel giornalismo di precisione artigianale», come scrisse «Der Tagesspiegel» nel 2009, anno in cui dall'Associazione giornalisti tedeschi gli venne conferito il premio per la libertà di stampa.

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