Per i Rolling Stones, 70 mila fan in delirio a Roma
I mega schermi rimandano palle di fuoco, la musica annuncia «Simpathy For The Devil». Poi è Keith Richards a dare inizio alla grande festa della midsummer's night romana con il riff immortale di «Jumpin' Jack Flash». Quando i Rolling Stones compaiono sul palco é difficile resistere alla tentazione di pensare che, come insegnano Robert Johnson e la grande storia del blues, Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ronnie Wood, in un fatidico incrocio chissà dove nel mondo, hanno stretto un patto con il diavolo
I mega schermi rimandano palle di fuoco, la musica annuncia «Simpathy For The Devil». Poi è Keith Richards a dare inizio alla grande festa della midsummer's night romana con il riff immortale di «Jumpin' Jack Flash». Quando i Rolling Stones compaiono sul palco é difficile resistere alla tentazione di pensare che, come insegnano Robert Johnson e la grande storia del blues, Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ronnie Wood, in un fatidico incrocio chissà dove nel mondo, hanno stretto un patto con il diavolo.
E già: ce l'hanno fatta ancora. Il Circo Massimo è già di per se uno spettacolo, con 70 mila persone che si godono la serata perfetta. Il mondo si evolve alla velocità della Rete ma gli Stones, dopo 50 anni di carriera, restano la band che detiene stabilmente i record del box office. Compreso questo mega show di una notte di mezza estate al Circo Massimo di Roma, già entrato nella classifica dei più grandi incassi per un singolo concerto. La partenza è mozzafiato: «It' s only Rock Roll», «Let's spend The Night together», poi la virata romantica di «Streets Of Love».
Mick Jagger parla italiano: «Che pubblico fantastico», «che posto meraviglioso è il Circo Massimo. Poi l'attesa previsione: «L'Italia vincerà il Mondiale. Con l'Uruguay penso che vincerete 2-1». Nell'82 e nel 2006 indovinò. È nutile girarci attorno: il fascino che riescono a emanare questi quattro settantenni (Ronnie Wood il più giovane ne ha 67) è incomparabile. Con le loro esplosive traiettorie esistenziali hanno scritto un copione irresistibile. Sul palco i ruoli sono delineati alla perfezione come in tutte le grandi storie che creano epos: Mick Jagger è l'incarnazione del patto con il diavolo: i suoi coetanei fanno i conti con le cartelle cliniche, al massimo si concedono una partita a golf o a tennis. Lui continua a saltellare e correre e cantare e spargere carisma su un palco grande come un campo da calcio, dimostrando semplicemente di essere uno dei più grandi performer della storia.
Per Roma era un test attesissimo, tra attacchi e polemiche. Ma la città lo ha superato e si prepara ad ospitare eventi simili una volta l'anno, come annunciato dal sindaco Marino, entusiasta dell'idea di portare al Circo Massimo concerti storici. E storico lo è stato davvero, quello dei Rolling Stones: le leggende del rock in uno dei luoghi simbolo di Roma città eterna. Lo show va in archivio senza problemi grazie anche allo schieramento messo in campo non solo dalla città e dalle forze dell'ordine ma anche dagli organizzatori del concerto che hanno impiegato un migliaio di steward per vigilare sia i varchi d'ingresso ma anche l'intera area archeologica, fino al Palatino. Certo la calda domenica d'estate deve fare i conti anche con gli strascichi delle polemiche sui costi del mega-concerto e, soprattutto, sul prezzo «low cost» del Circo Massimo, concesso dal Campidoglio agli organizzatori per poco meno di 8 mila euro. Una cifra, ha ribadito anche il sindaco Marino, figlia delle normative in vigore, ma che già da luglio potrebbero cambiare, arrivando ad aumenti fino a dieci volte, con l'approvazione del bilancio che comprenderà una delibera, fortemente voluta dal sindaco, già varata due mesi fa.
Ma il primo cittadino ieri ha voluto porre l'accento sui profitti economici che un concerto come quello dei Rolling Stones porta alla Capitale attraverso l'indotto. «In un solo giorno Roma ha guadagnato 25 milioni di euro», ha annunciato. Dopo aver incontrato la band di Jagger e compagni, il sindaco ha parlato di un «evento straordinario che mette Roma al centro della mappa internazionale degli eventi più importanti». Un appuntamento storico che, con ogni probabilità, si ripeterà ogni anno.
«Dobbiamo organizzare eventi di questo tipo nella città di Roma», afferma Marino riponendo positivamente alla proposta avanzata dagli organizzatori del mega show, «questo è il tipo di attività culturale su cui dobbiamo investire».
La lunga giornata al Circo Massimo si chiude senza intoppi, tra le migliaia di «linguacce» simbolo della band britannica impresse su qualsiasi capo di abbigliamento, dalle t-shirt ai calzini. I più audaci mostrano anche tatuaggi dedicati alla band, mentre qualcuno alza al cielo striscioni dedicati ai loro idoli. La lunga fila di aficionados, cominciata di prima mattina, va via via accorciandosi in concomitanza con l'apertura dei cancelli, con centinaia di ragazzi da ore in attesa sotto il sole. L'ingresso al prato degli oltre settantamila fortunati è avvenuto senza particolari resse o spintoni attraverso due diversi filtraggi, uno più esterno ed uno più vicino al palco.
Ieri sera anche Beppe Grillo è arrivato al Circo Massimo, nell'area riservata ai vip e si è intrattenuto anche a parlare con il regista premio Oscar Paolo Sorrentino. Alcune decine di fan dei Rolling Stones hanno optato per vedere il concerto a costo zero, occupando i muretti della sede della Fao che affacciano ad un'altezza di circa due metri sulla spianata di Circo Massimo