Sindrome da spogliatoio: aumentano gli interventi di allungamento del pene
Migliorare un rapporto in crisi, superare le difficoltà collegate a una malattia o aumentare la propria autostima intaccata dall’ormai nota «sindrome da spogliatoio»: sono queste le principali ragioni che spingono sempre più uomini a rivolgersi al chirurgo per chiedere l’allungamento e l’ingrandimento del pene. Un intervento che ha registrato, solo nel 2014, un aumento delle richieste pari ad oltre il 20%, e a sorprendere è anche l’età dei potenziali pazienti: sono soprattutto giovani fra i 18 e i 35 anni, con una preparazione culturale medio-alta e di estrazione sociale varia.
Ad inquadrare il fenomeno è Giovanni Alei, direttore del Centro di chirurgia genitale maschile del Policlinico Umberto I di Roma e presidente della Società Italiana di Chirurgia Genitale Maschile (Sicgem). «Le tecniche più attuali - spiega Alei - consentono aumenti di dimensione intorno al 25-30%, restituendo sicurezza per intraprendere una vita di relazione normale. Ad oggi abbiamo operato più di 500 pazienti per allungamento o ingrandimento del pene». Ma gli interventi effettuati sono anche di altri tipi: si interviene con la chirurgia, ad esempio, anche per gli incurvamenti del pene congeniti o acquisiti o per il varicocele, una delle patologie genitali maschili più note e la prima causa di infertilità per gli uomini italiani.