Basta con le sfilate di moda, a scuola vadano tutti in divisa
La proposta di una lettrice dell'Adige. Siete d'accordo con lei?
Tutti in divisa a scuola. È la proposta di Mary Furlanic, una lettrice dell'Adige. Ecco la sua lettera.
«Le scuole trentine, purtroppo come nel resto d'Italia, a partire dalle elementari, sono diventate delle passerelle di moda dove bambini e ragazzi sfilano con tecnologie di ultima generazione e vestiti firmati ogni giorno e guai a rimettere lo stesso vestito per due giorni di seguito o a vestire una marca sconosciuta. Vista la competizione tra questi poveri ragazzi (poveri di testa intendo dove umiltà, timidezza, capacità di pensiero e di concentrazione sono state soppresse dalle tecnologie odierne), rischi infatti di essere preso in giro e se ti va bene ti chiedono «solo» se indossi un pigiama.
Questi ragazzi non sono solo poveri di testa ma sono soprattutto poveri d'amore. Quell'amore di un padre e di una madre che una volta si dedicavano loro per educarli e prendersene cura. Quell'amore incondizionato di cui ci si sentiva pieni e bastava per essere felici, ma che purtroppo oggi viene sostituito da un amore materiale fatto di vestiti firmati, tecnologie di ultima generazione e cavolate varie per accontentare i loro capricci o vizi.
Tornando al tema delle scuole vi chiedo: le divise scolastiche, potrebbero essere utili a migliorare la vita degli studenti? Migliorare nel senso di miglior clima sociale, più giusta e adeguata attenzione da parte di professori e compagni, sentimento di sicurezza a scuola, spinta a concentrarsi a scuola sulle proprie capacità di apprendimento e miglioramento, impressione di essere apprezzati per quello che si è e si sa. La divisa scolastica potrebbe essere classica o casual, potrebbe essere disegnata come accade all'estero da giovani stilisti locali. Darebbe una parvenza di uguaglianza nel momento scolastico, sia tra studenti che nei confronti degli insegnanti, talvolta i primi a discriminare per l'apparenza. La competizione sugli abiti di marca, il diverso atteggiamento per la condizione sociale certo emergerebbe egualmente in altre occasioni, ma liberare il momento scolastico non sarebbe bello ed educativo?
L'individualismo non ne verrebbe leso, poiché al contrario l'individuo emergerebbe per le sue caratteristiche peculiari che verrebbero evidenziate e non «mascherate». L'individuo è le azioni che compie, i pensieri che ha, non i vestiti che indossa. La divisa scolastica non deve servire né a distaccarsi dai beni materiali né a fornire la soluzione ad un abbigliamento a volte ritenuto poco decoroso, deve essere una scelta liberatoria. Questa scelta, non da ultimo, libererebbe i ragazzi e genitori dal dover decidere ogni santa mattina cosa mettere, permettendo di liberare tempo ed energie da dedicare davvero a se stessi. Da non sottovalutare anche il risparmio economico. Parlatene in consiglio, nelle scuole, chiedete ai ragazzi che vivono all'estero come percepiscono la «school uniform», cosa ne pensano i loro genitori. Prendete in considerazione quest'idea che potrebbe essere d'esempio per il resto del paese. Non prendetela, come sempre, come una questione politica».