Troppi ordini, Lego non riesce ad accontentare tutti per Natale
Toccherà cestinare migliaia di letterine a Babbo Natale
Toccherà cestinare migliaia di letterine a Babbo Natale: Lego, regina planetaria dei giochi, ha annunciato di essere sopraffatta dal suo stesso successo tanto che non sarà in grado di adempiere a tutte le ordinazioni ricevute fino alla fine di dicembre. Un errore di calcolo, spiegano a Billbund, patria danese delle costruzioni più amate del mondo. Attualmente sembra impossibile, insomma, consegnare tutti i mattoncini richiesti.
La notizia, rimbalzata su diversi media tedeschi - fra gli altri Spiegel on line - è il riflesso della storia di un’impresa familiare di grande successo, e in un certo senso anche dei suoi limiti, almeno attuali. Lego cresce troppo, e urgono gli investimenti (peraltro già programmati) per aumentarne le capacità produttive.
«Non riusciremo ad effettuare tutte le consegne fino alla fine dell’anno», ha dichiarato un portavoce del colosso dei giochi, che nel 2014 è riuscita a strappare il primato mondiale alla Mattel. Nessun dettaglio su quali siano i Paesi colpiti in Europa, e sulle linee che mancheranno all’appello. «Le nostre fabbriche lavorano a pieno regime, faremo di tutto per coprire la domanda», viene aggiunto. Ma la produzione, al momento, arranca.
Per spiegare i motivi di queste difficoltà è la stessa azienda - fondata nel 1932 e rimasta da allora una impresa familiare - a citare un errore commesso nelle stime sulle ordinazioni. «La domanda è straordinariamente elevata», si sottolinea però nella ditta danese, «ha superato non solo le nostre attese, ma anche quelle dei nostri clienti». Tutti messi in scacco dall’amore, ormai globale, per i mattoncini colorati.
Che impazzano, ad esempio, anche in Asia, e in particolare Cina.
Le fabbriche di tutto il mondo sono dunque sotto pressione.
Del resto nei primi sei mesi del 2015 Lego ha venduto il 18% in più (nella valuta locale, la corona danese) che nel periodo analogo dell’anno precedente, arrivando a segnare un nuovo record dei profitti. E proprio nel 2014 l’ascesa inarrestabile del mattoncino era stata certificata dal superamento della Mattel (casa produttrice di Barbie) nelle classifiche mondiali.
Proprio per far fronte a questa crescita, la casa danese prevede un ampliamento delle filiali in Messico, per il prossimo anno, e la creazione di 3000 nuovi posti di lavoro. Entro il 2022 Lego vuole aumentare gli investimenti anche in Ungheria e Danimarca.
Creatività e voglia di innovare non mancano: il grande successo toccato nel 2014 si deve anche alla spinta del film campione di incassi «Lego movie». E questa estate si è saputo che Lego studia la possibilità di rinunciare alla plastica, inseguendo il sogno di mattoncini «verdi». La condizione è che possano essere «precisi» e graditi ai bambini proprio come quelli classici, che in tanti - troppi - vorrebbero sotto l’albero di Natale.