Addio Chiesa, il 22,9% non ci va più. In Trentino più praticanti che in Alto Adige
I dati dell'Istat
Ma i trentini vanno ancora a messa? E quanto? Se l'Italia è sempre più secolarizzata con un calo costante del numero di fedeli praticanti, mentre aumenta di pari il numero di coloro che non frequentano più luoghi di culto, da noi le cose vanno un po' meglio. Lo dice una ricerca dell'Istat, che in questi giorni molti media nazionali hanno rilanciato. Si tratta dei dati sulla «propensione religiosa» degli italiani. Negli ultimi 10 anni - afferma il report - i praticanti («coloro che vanno in chiesa almeno una volta alla settimana») sono passati dal 33,4% del 2006 al 29% del 2015. Mentre il numero di coloro che non frequenta più le chiese è cresciuto al 20,9%.
Il dato mette in ordine anche le regioni: la più «laica» sarebbe la Liguria (frequentazioni al 18,8%), poi Toscana (19,4%), Valle D'Aosta (21%), Emilia Romagna 21,6%. La più «religiosa» la Sicilia (dichiara di andare in chiesa assiduamente il 37,3%). Interessanti i dati per la nostra provincia, anche in rapporto al vicino Alto Adige. In Trentino il 31,2% dichiara di andare in chiesa «almeno una volta la settimana»; il 22,9% mai; entrambi i dati sono in aumento rispetto all'anno precedente (2014) quando coloro che andavano in chiesa almeno una volta la settimana erano il 27,4%, e chi non andava mai il 20,5%.
In entrambi i casi si tratta di valori più alti della media nazionale, quindi in Trentino verrebbe da dire che più fedeli che nel resto d'Italia vanno a messa e più persone che nel resto d'Italia non vanno mai in chiesa. Se valutiamo il dato regionale, in Trentino Alto Adige la percentuale dei praticanti scende al 27,6%, che sarebbe la media tra il 31,2% dei praticanti trentini e il 23,9% di quelli altoatesini. In Alto Adige infatti il numero di coloro che vanno a messa è molto più basso; ma anche di chi non va in chiesa (13,9% a Bolzano).
In effetti la differenza tra le nostre province autonome è molto marcata, e invece la situazione trentina si avvicina maggiormente alle percentuali del Veneto (32,4%) e del sud Italia (33,5%). Una sola avvertenza dall'Istat: in realtà la ricerca non parla mai di religione cattolica: si è limitata a chiedere quanto si frequenta il proprio luogo di culto. Ma senza chiedere di quale religione. E il dato significativo è che gli immigrati stranieri frequentano i loro luoghi di culto (quando viene loro consentito di averli) e li frequentano molto di più degli italiani.