Londra, cugino della regina fa coming out: «Sono gay»
Sostenere che sia un caso senza precedenti a corte sarebbe fare a pugni con la storia, oltre che con l’aneddotica. Di certo, però, quello di lord Ivar Mountbatten, 53 anni, cugino di Elisabetta II e discendente diretto della regina Vittoria, è il primo coming out a mezzo stampa nei palazzi della casa reale britannica. Lord Ivar è gay e lo proclama oltre gli imbarazzi dalle colonne del Mail on Sunday, domenicale di uno dei tabloid più popolari del regno, presentando con tanto di fotografia - e con la «benedizione» dell’ex moglie - il suo compagno: James Coyle, un capo assistente di volo di un anno più anziano di lui.
Figlio cadetto di David Michael Mountbatten (terzo marchese di Milford Haven e testimone di nozze di Filippo ed Elisabetta), il protagonista di questa storia è stato sposato fino al 2011 con Penelope «Penny» Thompson, che gli ha dato tre figlie e che aveva accettato il matrimonio - racconta lui oggi - sebbene al corrente della sua dichiarata «bisessualità». Finchè, col tempo, egli non ha scoperto di sentirsi esclusivamente omosessuale. Ora la decisione di rivelarsi in pubblico.
Tutt’altro che uno shock nella Gran Bretagna d’oggi, tanto meno nel mondo dorato e protetto del suo casato. Ma di sicuro un gesto destinato a far rumore tenuto conto della notorietà e dei legami di sangue del personaggio: uno di famiglia a Buckingham Palace come testimoniano le numerose immagini al fianco dei reali, fra le altre in veste di padrino di battesimo di uno dei figli del principe Edoardo, quartogenito di Sua Maestà.
Per confessarsi «a cuore aperto», lord Ivar ha spalancato al Mail le porte di Bridwell Park, la sua lussuosa residenza dinanzi alla quale si è fatto immortalare accanto a Coyle, che ormai abita lì. Per il tabloid, si è trattato di una scelta «incredibilmente coraggiosa». In ogni modo, di un percorso che ha richiesto tempo. Mountbatten - pronipote fra l’altro di quel conte Louis Mountbatten che fu ammiraglio, governatore dell’India, Primo Lord del Mare, nonché padrino e mentore dell’erede al trono Carlo, prima di essere ucciso in un attentato dell’Ira nel 1979 - afferma di non aver mai mentito alla moglie sulla sua «attrazione verso i ragazzi» e di aver avuto tuttavia un matrimonio «felice». Poi l’incontro con James, qualche anno fa, in una località sciistica della Svizzera. E una svolta di vita di fronte alla quale «Penny non si è più sentita sufficientemente amata». Il divorzio non ha del resto impedito all’ex consorte di sostenere lord Ivar nella decisione di esporsi, né di continuare a essere di casa nella dimora di famiglia. Talvolta di andare a lezione di yoga «con James».
Qualche ostacolo in più ha comportato la «rivelazione» alle figlie, soprattutto alla 12enne Louise. Ma ora la convivenza con Coyle è divenuta «più facile», assicura il cugino della sovrana, giurando di sentirsi «molto meglio» per aver tolto un velo di segreto dalla sua esistenza, seppure non ancora a proprio agio «al 100% con il fatto di essere gay». E l’idea di un matrimonio omosessuale? «Ancora due settimane fa l’avrei escluso nel modo più assoluto, ora tutto è possibile», risponde.
Obiezioni di fonte reale non ne risultano, pare. Quanto alla distanza abissale di ceto fra Ivar e James, emerge solo - a sentire gli interessati - quando Mountbatten guarda con occhio aristocratico le sue serie tv preferite. Come Downton Abbey. O come Victoria, dedicata all’illustre ava rispetto ai cui tempi puritani tutto sembra in effetti cambiato.