In tanti a casa di mamma E non solo i disoccupati

Quasi sette milioni di under35 vivono a casa con i genitori e non si tratta solo di studenti o giovani disoccupati. Spesso si continua a condividere lo stesso tetto con la mamma e il papà anche se si ha un lavoro. I dati dell’Istat parlano chiaro: se non si è sposati si preferisce restare dove si è cresciuti, è così per il 62,5% dei 18-34enni.

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Una percentuale che si assesta nel 2015 sui massimi. Lo stesso valore era stato rilevato l’anno precedente e risulta il più alto da quando si monitora il fenomeno, da quindici anni.

D’altra parte la percentuale ha sempre oscillato intorno al 60%. Insomma si tratta di una costante. In Italia sembra che funzioni così, anche se intanto il mondo cambia, e non poco. Sei under35 su dieci, tra i celibi o i nubili, stanno con la «famiglia d’origine».

Anche il fatto di avere un lavoro di per sé non innesca la fuoriuscita di casa: tra gli under35 en il 31,8% risulta occupato, contro il 29,7% dei senza lavoro. Ovviamente la fetta maggiore è costituita da studenti (35,5%), ma questo è vero per i più giovani e non per i più grandi. Basti pensare che tra i 30 e i 34 anni è occupato il 55,3%.

Sicuramente le difficoltà economiche hanno contribuito a consolidare il fenomeno, anche perché magari non sempre il lavoro è fisso e di conseguenza ottenere un mutuo diventa più difficile. E, come noto, agli italiani la casa piace di proprietà e se l’opzione è vivere in affitto allora ecco che continuare a stare con i genitori diventa una soluzione per tanti preferibile.

Ricalca perfettamente lo stereotipo che tutti hanno in mente il fatto che la maggior parte di chi si ritrova ancora con madre e padre sia un ragazzo (68,2% contro il 56,5% delle donne). Come è fisiologico, la percentuale scende al crescere dell’età: se vive ancora con i genitori la quasi totalità dei neomaggiorenni si scende al 29,2% per la classe 30-34.

La quota quindi si riduce ma non scompare e tra l’altro dietro la percentuale c’è dietro oltre un milione di teste.

Quanto alla distribuzione sul territorio, il picco si rileva nel Mezzogiorno (67,8%), seguono, ma non a grande distanza, il Centro (61,4%) e il Nord (58,1%).

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