«Bombe» biologiche su autobus e metro
«Campioni biologici in giro per la città, anche nei mezzi pubblici, senza alcuna precauzione». La denuncia arriva da Elisabetta Argenziano, presidente di Federbiologi. «Da molti nostri associati - dice all’Adnkronos la numero uno della Federazione - stanno arrivando scatti realizzati nelle metropolitane e nei pullman, in cui si vedono contenitori di trasporto per campioni biologici poggiati a terra senza alcuna cura».
Un problema di qualità delle analisi, ma anche una possibile minaccia per la salute: «In quelle borse potrebbero esserci virus (Hiv o epatite) e batteri (salmonella, Escherichia coli, meningococco), campioni biologici ad alta infettività. Se si rompe il contenitore può venire fuori di tutto, con i poveri inconsapevoli cittadini che non sanno di viaggiare con una potenziale bomba biologica accanto».
La pratica - a quanto spiega la Federazione - contravviene alle linee guida sul trasporto del campione che prevedono, in caso di uso di veicoli, che la scatola debba essere «sistemata in modo fermo e sicuro nel veicolo stesso» e a bordo debba essere presente «un kit fornito di materiale assorbente, disinfettante a base di cloro, contenitore per rifiuti, guanti da lavoro resistenti e riutilizzabili». Dunque «in nessun manuale si legge di metropolitane o pullman».
Per i biologi la ragione del fenomeno sta nell’accorpamento dei laboratori con l’invio dei campioni prelevati a un laboratorio centralizzato. «Questa è la prima conseguenza di aver tolto le analisi di laboratorio dalle mani dei professionisti per metterle nelle mani di faccendieri e commercianti, il cui unico obiettivo è il profitto - attacca Argenziano - La Regione Campania ha insistito in una politica miope e poco lungimirante, che non ha più come obiettivo la prossimità al paziente, ma il desiderio di gestire un settore che dava lavoro, sicurezza e qualità nella gestione del rischio. Di quello che sta succedendo ora nessuno sa nulla, il governatore, il servizio di prevenzione, la medicina del lavoro, i dirigenti delle Asl».
«La riorganizzazione, così come si è ostinati a realizzarla in Campania, ha portato al licenziamento di centinaia di dipendenti», osserva ancora Federbiologi, evidenziando che «per opporsi a questo stillicidio è nata una petizione online che ha raccolto migliaia di firme».
Conclude Argenziano: «Quando i politici avevano uno spessore culturale, umano e professionale, penso a personaggi del calibro di De Sanctis o Pertini, al centro c’erano gli interessi degli italiani. Le famiglie avevano di che vivere, far studiare i figli per consentire loro di migliorare un domani la società con dignità, coerenza e altruismo. C’era sicurezza e rispetto di tutti cittadini, professionisti e soprattutto lavoratori. Oggi il profitto sembra essere l’unico traguardo da inseguire. Mi chiedo di chi sia questo profitto e chi debba farne le spese».