Incidenti sugli sci su del 15% «Troppo poco buon senso»
Più spericolati o forse più disattenti, gli italiani che si sono trovati a fare i conti con infortuni rimediati sui campi da sci sono aumentati, da inizio stagione, del 15% rispetto agli anni precedenti. Lo annuncia Sebastiano Cudoni, presidente degli Ortopedici Traumatologi ospedalieri italiani(OTODI), che sottolinea come "a volte basta una banale caduta per compromettere la funzionalità di un arto" o "per rimanere bloccati per un lungo periodo di tempo".
Nello specifico, rispetto ai casi per i quali c'è stato un accesso al pronto soccorso o una visita specialistica, il 40% degli infortuni era rappresentato da distorsioni, il 27% da contusioni, il 12% fratture e il 21% lussazioni e trauma cranico.
La fascia di età più colpita da incidenti da sci è quella dei 30/50 anni, composta al 65% da uomini e al 35% da donne. Mentre per quanto riguarda gli incidenti di snowboard la fascia dei 15/30enni è quella più a rischio maggiore, sebbene si tratti di giovani abbastanza allenati. "In questo caso - sottolinea - i traumi sono provocati da cadute che coinvolgono spalla e arti superiori, mentre per chi pratica sci più spesso i traumi riportati provocano lesioni dell'apparato legamentoso del ginocchio".
"Sono incidenti che possono essere anche gravi e fastidiosi" ma "si potrebbero evitare con buon senso e rispetto delle regole", spiega l'esperto. La prima cosa è dedicare qualche ora alla ginnastica presciistica, prima di accedere alle piste. Quindi "evitare di avventurarsi nelle discese fuoripista, regolare gli attacchi degli scarponi, sincerarsi delle condizioni del manto nevoso per evitare di trasformare la vacanza in montagna in un incubo". Poi, ovviamente moderare la velocità soprattutto in caso di piste affollate. In caso di infortunio, comunque, non sottovalutare il dolore. "È consigliabile - conclude - recarsi da un ortopedico ed effettuare una radiografia anzichè tralasciare un dolore che può nascondere qualche sorpresa poco piacevole".